HomeLettere in RedazionePrecari beffati dalla politica e dimenticati dai sindacati, la lettera

Precari beffati dalla politica e dimenticati dai sindacati, la lettera

Carmelo docente precario inserito nelle GAE denuncia il malgoverno della scuola e del precariato

Alla cortese attenzione della Redazione,
Scrivo questa lettera per portare alla vostra attenzione una questione che da anni affligge numerosi docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento. Molti di noi hanno dovuto affrontare anni di incertezze e difficoltà, senza mai comprendere chiaramente quali fossero i criteri per avanzare di posizione. Poi, è arrivata la grande riforma, che ha ulteriormente penalizzato tra i 20 e i 30 docenti ai primi posti delle graduatorie provinciali delle scuole superiori, costringendoli a insegnare sostegno nella scuola media.

Questa situazione è stata ignorata da sindacati e partiti politici, che non hanno mai voluto correggere tale ingiustizia. Per la prima volta, coloro che erano indietro nelle graduatorie hanno superato chi era avanti. È stato un evento senza precedenti, dove un titolo come quello di sostegno, invece di essere un valore aggiunto, è diventato un handicap. I docenti con il titolo di sostegno sono stati trasferiti a 800 chilometri di distanza, nonostante avessero 200 punti nelle graduatorie delle discipline, mentre chi aveva solo sei o otto punti senza titolo di sostegno è rimasto vicino a casa ed è stato assunto localmente.

Molti docenti, madri, mogli e padri di famiglia, sono stati costretti a vivere lontano dai propri cari per anni, affrontando le difficoltà economiche legate allo stipendio scolastico e alle spese di vita fuori sede. Questa è una delle pagine più vergognose che la scuola italiana abbia mai scritto, una pagina che ancora oggi fa rabbrividire l’Europa. Nessuno, a livello politico, è voluto intervenire, penalizzando tantissimi docenti che, ripeto, sono stati costretti a vivere lontano nonostante avessero il diritto di insegnare nella propria provincia di residenza.

Si continua a parlare di scuola, ma tanta gente è entrata nel sistema scolastico senza nemmeno comprendere come, mentre molti altri docenti hanno sofferto le pene dell’inferno. È ora che si dia voce a queste ingiustizie e che si prenda in considerazione la sofferenza di chi da anni porta avanti con dedizione e sacrificio il proprio lavoro.

Vi ringrazio per l’attenzione e spero che questa mia lettera possa contribuire a portare alla luce una situazione che necessita di una soluzione giusta e tempestiva.

Cordiali saluti,
Carmelo T.

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