Il risultato elettorale che ha ottenuto la Lega di Salvini evidenzia in maniera chiara che gli elettori del Nord non si rivedono più né nel leader e nemmeno nella linea fin qui sposata. L’episodio del Papete che ha fatto cadere un governo che registrava una Lega in crescita non è stata mai digerita dagli elettori simpatizzanti e nemmeno da quelli più convinti. La linea di Salvini ha iniziato a perdere consensi proprio con quella scelta, ne seguì una successiva, ancora ben più incomprensibile: il governo di larghe intese a sostegno di Draghi.
Ma non è l’unica cosa bocciata dagli elettori leghisti, la stessa autonomia differenziata non ha sfondato, ha prevalso la line ben più “statalista” di Fratelli d’Italia. Insomma il leader leghista sembra non riscuotere più i consensi di un tempo, quando da ministro degli Interni si occupava più del Mediterraneo e meno dei territori del Nord.
La frattura nella Lega
La prima crepa nella Lega arriva dal vecchio senatour, quello del “celodurismo” e che aveva individuato nei meridionali i “nemici” da schiacciare e rimandare al mare e al sole del Sud. Proprio oggi Umberto Bossi ha fondato il ‘Comitato Nord’, anche se è un’iniziativa interna alla ‘Lega per Salvini premier’ e voluta (sembra) dallo stesso Salvini a noi sembra una crepa, se non all’interno della Lega con il resto del Paese visto che con quel “Prima gli Italiani” sembrava averlo a cuore.
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