Non esiste solidarietà fra il personale ATA, la lettera.
Gentile Redazione, scrivo per ringraziarvi per aver puntato l’attenzione sul personale ATA, nessuno lo fa mai e nessuno si interessa di noi, forse nemmeno noi stessi.
L’articolo che avete pubblicato “Collaboratori scolastici, tanto lavoro e mal pagato” è stato utile perché ha permesso di squarciare il velo che da sempre avvolge la mia categoria, gli ATA.
Nel leggere certi commenti mi sono resa conto che non esiste solidarietà, nemmeno fra gli stessi colleghi.
Chi scrive è una collaboratrice scolastica laureata in Scienze della Comunicazione e non trovando altro ho deciso di fare domanda come ATA, l’ho fatta per tutti i profili perché i titoli di studio in mio possesso me lo consentono, ma da 3 anni lavoro come collaboratrice scolastica, faccio la bidella con orgoglio, con grande dignità e responsabilità.
Il lavoro del personale ATA è impegnativo e poco retribuito
Vi assicuro che è un lavoro impegnativo e di grande responsabilità. Mi fanno ribrezzo quei colleghi che in calce al vostro articolo fanno paragoni dettati da chissà quale cattiveria gratuita e che per di più evidenziano un lato del loro carattere assai preoccupante.
Chi sostiene che lo stipendio è dignitoso è perché probabilmente appartiene a quella categoria di “imboscati” che affollano non solo gli ATA, ma tutti i profili del pubblico impiego.
Gente abituata a rubare lo stipendio, sempre attaccata allo smartphone o a prendere caffè alle macchinette.
Gente che fa parallelismi con il privato e con chi lavora in nero, gente ignorante appunto. Ignorante perchè ignora le regole basilari di una Stato democratico e civile. E ignora anche i dettami della Costituzione.
Dopo aver letto queste amenità ho cambiato idea, penso che il concorso sia ormai improcrastinabile, basta accesso ai ruoli per grazia ricevuta, selezioniamo anche gli ATA e valutiamo anche il profilo psicoattitudinale.
Maria S.
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