Mentre il secondo ciclo dei percorsi abilitanti per l’insegnamento, previsti per l’anno accademico 2024/25, dovrebbe essere ormai alle porte, molte Università italiane sono ancora in fase di accreditamento, tenendo in sospeso numerosi docenti e aspiranti all’abilitazione, soprattutto coloro che hanno già ottenuto l’assunzione tramite il concorso straordinario del PNRR.
Secondo quanto emerso dalle comunicazioni ufficiali delle Università, l’iter burocratico per l’accreditamento dei nuovi percorsi si sta rivelando più lungo del previsto. Entro lo scorso 12 dicembre, gli Atenei dovevano presentare le richieste di accreditamento per rinnovare o attivare nuovi percorsi abilitanti, ma il successivo processo di valutazione da parte di ANVUR e la pubblicazione dei bandi definitivi sta subendo ritardi.
Alcune Università hanno tuttavia già fornito aggiornamenti sulla situazione dei percorsi abilitanti per il prossimo anno accademico. L’Università di Verona, ad esempio, ha comunicato che il bando per l’ammissione ai percorsi da 60 e 30 CFU non è ancora disponibile, in attesa del decreto ministeriale che autorizzi l’attivazione. Anche l’Università di Perugia e l’Università di Pavia hanno dichiarato che i loro percorsi formativi abilitanti da 60 CFU sono attualmente in fase di accreditamento.
Tra le Università che hanno già reso noto l’elenco delle classi di concorso per le quali è stato chiesto l’accreditamento dei percorsi da 60, 30 e 36 CFU, troviamo l’Università della Tuscia e l’Università di Salerno. Quest’ultima ha pubblicato una lista davvero ampia, che spazia dalle materie umanistiche a quelle tecnico-scientifiche.
Insomma, nonostante l’avvicinarsi dell’anno accademico 2024/25, la questione dei percorsi abilitanti sembra ancora irrisolta. Docenti e aspiranti all’insegnamento si trovano ancora in una situazione di incertezza, con il rischio di non riuscire a completare l’iter formativo nei tempi previsti. Una problematica che, evidentemente, richiede un’accelerazione da parte delle istituzioni competenti.
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