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Percorsi abbreviati sul sostegno: un rischio per l’inclusione e la qualità della scuola

Il dibattito sui nuovi percorsi di formazione accorciati divide esperti e politica

La recente introduzione di percorsi abbreviati per la specializzazione sul sostegno, previsti dal Decreto Legge n. 71/2024, ha acceso un acceso dibattito tra docenti, esperti di pedagogia e rappresentanti politici. Il provvedimento, che consente corsi di appena 30 CFU gestiti da INDIRE o da università accreditate, è stato aspramente criticato da molteplici associazioni di docenti precari, dal Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati e da personalità del mondo accademico.

Le critiche di Piccolotti: “Il Governo ignora il futuro dei nostri ragazzi”

La Deputata Elisabetta Piccolotti, esponente del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, ha definito il provvedimento una scelta “sciatta”, che denota la scarsa attenzione del Governo verso il futuro delle giovani generazioni e la qualità del sistema educativo. “La scuola di Valditara non fa gli interessi degli studenti, ma sceglie scorciatoie dannose per evitare gli investimenti necessari a formare adeguatamente gli insegnanti e garantire equità a tutti gli studenti, inclusi quelli con disabilità”, ha dichiarato la Deputata.

Percorsi abbreviati vs. TFA ordinari: uno squilibrio evidente

I nuovi corsi straordinari eliminano la rigorosità delle selezioni previste per i TFA tradizionali e richiedono un impegno formativo inferiore, creando disparità con i docenti che hanno affrontato percorsi lunghi e intensivi. I TFA ordinari, infatti, comprendono selezioni rigorose, tirocini pratici e un costo significativo, mentre i nuovi corsi rischiano di favorire chi cerca un accesso rapido alla professione, a discapito della qualità educativa.

Secondo il Collettivo Docenti di Sostegno, questa misura è discriminatoria e mina il principio di equità, oltre a incentivare un approccio economico da parte di alcune università private e telematiche, a scapito della formazione pubblica.

Una reale carenza di insegnanti o un problema di gestione?

Le ragioni alla base di questi percorsi abbreviati sono state messe in discussione. La carenza di insegnanti specializzati è reale o è frutto di una gestione inefficace delle risorse? In molte scuole, docenti specializzati restano disoccupati o in attesa di supplenze, sollevando dubbi sulla necessità di nuove misure straordinarie.

Le richieste di chiarezza e inclusione

Piccolotti ha presentato un’interrogazione parlamentare per fare luce sulla questione, chiedendo al Ministro dell’Istruzione risposte su tre punti fondamentali:

  1. L’esistenza di una reale carenza di insegnanti di sostegno.
  2. Le garanzie per assicurare parità formativa tra percorsi ordinari e abbreviati.
  3. Il coinvolgimento delle associazioni per la tutela dei diritti delle persone con disabilità.

L’appello: investire sulla qualità, non sulle scorciatoie

Secondo il Collettivo, una riforma efficace non può prescindere da un’analisi approfondita delle esigenze scolastiche territoriali e del fabbisogno di personale. Interventi superficiali rischiano di compromettere l’inclusione degli studenti più fragili, danneggiando le loro opportunità formative e quelle delle loro famiglie.

“È il momento di affrontare il problema con responsabilità”, concludono i docenti, ribadendo la necessità di un sistema educativo che valorizzi la professionalità dei docenti e garantisca un’istruzione inclusiva e di qualità per tutti.

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