Roma, 24 gennaio 2025 – Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, supportato dai legali Avv. Bonavita e Prof. Avv. Giuffrida, lancia un forte appello contro il nuovo percorso abbreviato di specializzazione per il sostegno, noto come INDIRE, introdotto dal Governo. L’iniziativa, rivolta ai docenti con almeno tre anni di servizio senza titolo di specializzazione e a chi ha ottenuto il titolo all’estero, punta a ridurre il percorso formativo a soli 30 CFU, dimezzando l’impegno richiesto rispetto al tradizionale TFA, che prevede 60 CFU e una rigorosa formazione sul campo.
Qualità della Formazione a Rischio
Il Collettivo denuncia che il nuovo percorso potrebbe compromettere la qualità della preparazione richiesta per i docenti di sostegno, un ruolo che necessita di competenze specifiche in didattica inclusiva, gestione della disabilità e metodologie avanzate. “Formare in modo incompleto significa non essere in grado di rispondere adeguatamente alle necessità degli studenti più fragili”, sottolinea il portavoce.
Disparità e Sovraffollamento
La misura solleva preoccupazioni anche per le disuguaglianze create tra i docenti che hanno completato il tradizionale percorso TFA e chi accederà alla specializzazione semplificata. Tale disparità è già oggetto di interrogazioni parlamentari, tra cui quella recente dell’On. Piccolotti (Alleanza Verdi e Sinistra).
Inoltre, l’accesso facilitato rischia di aggravare il sovraffollamento delle graduatorie già critiche in molte province italiane, specialmente per le classi ADSS (secondaria di secondo grado) e ADMM (secondaria di primo grado).
Un Appello per l’Inclusione
L’XI ciclo del TFA sostegno, attualmente in corso, sta formando 29.000 nuovi docenti con un iter consolidato che garantisce sia qualità sia equità. Tuttavia, il Collettivo ribadisce che percorsi alternativi semplificati non possono rappresentare una soluzione sostenibile e chiede al Governo di riconsiderare l’iniziativa, tutelando il diritto all’istruzione inclusiva per tutti.
La questione sarà al centro dell’udienza al TAR, fissata per il 4 marzo 2025. La speranza è che prevalga il dialogo e la volontà di investire sulla qualità del sistema scolastico italiano.
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