Il cedolino INPS di marzo 2025 conterrà, finalmente, i nuovi importi della pensione e per chi non li ha ancora avuti anche gli arretrati. Con questo articolo facciamo proviamo a fare chiarezza per i tanti pensionati italiani delusi.
Con l’arrivo del nuovo anno, i pensionati italiani si trovano di fronte a una realtà inaspettata: gli importi visibili sul sito dell’INPS per il cedolino di febbraio 2025, in larga parte, non mostrano aumenti, anzi, risultano addirittura inferiori alle aspettative.
Specie se è intervenuto il conguaglio, calendarizzato proprio nel mese di febbraio.
Il mancato aumento dell’assegno della pensione ha sollevato diversi interrogativi, ma proviamo a fare chiarezza.
Aumenti Pensionistici, occorrerà attendere marzo 2025
L’INPS, tuttavia, ha confermato che gli aumenti pensionistici previsti per febbraio 2025 sono stati anticipati, ma si tratta solo di una rivalutazione temporanea dello 0,8%.
Questa percentuale è basata su un tasso di inflazione stimato, ma avremo conferma se il calcolo è corretto solo alla del 2025 dopo aver stimato l’inflazione annua. Questo, in caso dovesse aumentare, darebbe diritto ai pensionati ad un conguaglio perequativo.
Tuttavia, per il secondo assegno del 2025 non ci sarà alcun nuovo conguaglio, poiché l’indice di rivalutazione per il 2024 è stato fissato al 5,4% e già applicato dal 1° gennaio 2024. La delusione quindi è tanta.
Importi delle pensioni INPS di marzo 2025, la tabella
Gli importi che i pensionati possono visualizzare con il cedolino INPS di febbraio 2025 rientrano nella tabella che postiamo per punti qui di seguito basati sulla percentuale stabilita dal governo.
Aumenti dello 0,8% sulle pensioni
L’incremento dello 0,8% , tuttavia, verrà applicato sull’assegno della pensione INPS di marzo 2025 in modo differenziato in base all’importo della pensione così come riportiamo qui di seguito:
- Pensioni fino a 2.394,44 euro (quattro volte il minimo): aumento pieno dello 0,8%;
- Pensioni tra 2.394,44 e 2.993,05 euro (quattro-cinque volte il minimo): incremento dello 0,72% (90% dell’aumento);
- Pensioni superiori a 2.993,05 euro: rivalutazione dello 0,6% (75% dell’aumento).
Aumenti che non risolvono il gravoso problema che affligge i pensionati, ovvero quello del potere di acquisto. La soluzione per aiutare sia i pensionati che gli stipendiati ci sarebbe, ovvero quella di tassare gli extra profitti di banche ed assicurazioni, ma il governo ha fatto scelte diverse.
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