Pensioni giugno 2024, ecco chi avrà il cedolino più ricco

La pensione del mese di giugno 2024 sono oggetto di discussione fra i pensionati da tempo chiamati a fare i conti con assegni modesti che non coprono nemmeno le spese correnti
La politica a sostegno dei redditi del governo Meloni improntata sul taglio dell’IRPEF non sta portando i benefici sperati. Molti pensionati faticano ad arrivare a fine mese, specie chi vive in case in affitto.
Ecco perché quello delle pensioni è da tempo un argomento particolarmente scottante al punto da registrare sempre più spesso polemiche sui social.
Sia per i pensionati che per i lavoratori dipendenti la questione stipendio resta aperta. I pensionati italiani, ma anche i lavoratori dipendenti devono fare i conti con cedolini molto bassi, fra i più bassi dell’area UE.

Tuttavia a giugno 2024, seppur minimi, sono previsti degli aumenti, ma cosa deve fare il pensionato per capire se ne ha diritto ed eventualmente come richiederli? Intanto basta seguire il nostro portale per essere costantemente aggiornati. Qui trovate tutte le notizie utili sulla rivalutazione delle pensioni, ma anche sui sussidi a sostegno dei redditi dei pensionati italiani.

Pensioni giugno 2024, ecco cosa accadrà col prossimo accredito

Pensioni giugno 2024, ecco cosa accadrà col prossimo accredito
La tabella INPS con gli aumenti della pensione (informazionescuola.it)

La pensione del mese di giugno 2024 beneficerà dell’adeguamento degli importi, ma non solo entra in gioco anche la riforma degli scaglioni IRPEF.
La riforma infatti ha eliminato lo scaglione del 25% per i redditi tra i 15.000 e 28.000 euro, questi sono stati inglobati in quello al 23%. L’effetto di questo accorpamento si concretizza con l’aumento degli importi degli assegni per i redditi di 15.000 euro, fino a 260 euro annui per le pensioni di importo pari o superiore a 28.000 euro. Si tratta di un piccolo beneficio per i redditi dei pensionati italiani più bassi, ma siamo ancora lontani da assegni pensionistici dignitosi.
C’è anche una buona notizia: l’INPS si è adoperata in modo da erogare le pensioni e gli arretrati al personale della scuola in quiescenza da settembre e che per qualche problema burocratico non li aveva ancora avuti.

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