Comprendere come evolverà l’equilibrio tra pensionati e lavoratori in Italia è fondamentale per valutare la sostenibilità del nostro welfare. Un nuovo studio della CGIA di Mestre analizza le tendenze in corso e traccia previsioni preoccupanti.
Entro il 2028, secondo le proiezioni, il numero di pensionati supererà quello degli occupati nel nostro Paese. Un squilibrio destinato ad acuirsi negli anni successivi per effetto della crisi demografica. Già oggi nel Mezzogiorno i pensionati sono più dei lavoratori e lo stesso scenario si ripeterà a breve in tutta Italia.
Le cause di tale sfasatura risiedono nei cambiamenti sociali e nella crisi economica in atto. Da un lato i giovani faticano a trovare occupazione stabile e molte famiglie non riescono più ad avere figli. Dall’altro i baby boomer continuano a ritirarsi dal lavoro aumentando progressivamente la platea dei pensionati.
Secondo il segretario CGIA Renato Mason, questa dinamica porterà a gravi squilibri di bilancio. Con sempre meno contribuenti attivi e sempre più persone in pensione, le uscite statali cresceranno a dismisura senza un adeguato finanziamento.
Per scongiurare una preoccupante insostenibilità del welfare nel medio periodo, è necessario invertire le tendenze attuali creando più posti di lavoro, in particolare per giovani e donne, categorie ancora fortemente penalizzate. Ma gli esperti avvertono: ogni ritardo nell’intervenire rischia solo di aggravare il problema.
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