Manca poco più di un anno alla scadenza delle riforme previdenziali in corso e già si fanno strada idee per le nuove regole pensionistiche.
Tra le ipotesi al vaglio vi è l’estensione della Quota 41 a tutti i lavoratori, a prescindere da requisiti anagrafici o condizioni lavorative. Attualmente la Quota 41 è riservata solo ad alcune categorie con particolari tutele.
Tuttavia, per rendere sostenibile economicamente una misura universale come questa, si pensa di calcolare gli assegni completamente con il sistema contributivo. Ciò comporterebbe tagli alle pensioni fino al 20%, perché il computo non terrebbe conto degli ultimi, più ricchi anni di contribuzione.
Secondo le stime, una Quota 41 estesa comporterebbe costi per 4 miliardi nel primo anno e 9 a regime. Solo il passaggio al contributivo puro potrebbe arginare tali spese.
La mossa darebbe accesso anticipato alle uscite, di 1-2 anni sui requisiti Fornero, ma imporrebbe rinunce economiche per l’assegno. Spetterà ai lavoratori valutare se l’anticipo ne giustifichi la diminuzione.
Il futuro delle pensioni resta in divenire. Ma già dall’autunno, con la manovra, sarà necessario prendere decisioni, trovando il giusto compromesso tra flessibilità e sostenibilità del sistema.
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