HomeComunicato StampaNumero chiuso a Medicina: una riforma che divide, polemiche in Parlamento

Numero chiuso a Medicina: una riforma che divide, polemiche in Parlamento

Il dibattito sulla selezione universitaria: tra promesse mancate e dubbi sul futuro della sanità

Roma, 4 marzo – La questione del numero chiuso nelle facoltà di Medicina continua a far discutere, con un acceso confronto in Parlamento che mette in evidenza le criticità della riforma in discussione. La deputata Marianna Ricciardi (M5S), intervenuta alla Camera, ha espresso forti perplessità sulle scelte del governo, accusandolo di aver illuso migliaia di studenti senza proporre soluzioni concrete per il sistema sanitario.

Il cuore del dibattito ruota attorno alla promessa dell’esecutivo di eliminare il numero chiuso per l’accesso a Medicina, un annuncio che aveva acceso le speranze di molti giovani aspiranti medici. Tuttavia, secondo Ricciardi, la legge in discussione non prevede alcuna abolizione effettiva del test d’ingresso, smentendo di fatto le dichiarazioni iniziali. “Un inganno ai danni degli studenti e delle loro famiglie”, ha affermato la deputata, sottolineando come il provvedimento non affronti i veri problemi della sanità italiana.

Uno dei nodi centrali della polemica riguarda la sostenibilità del sistema formativo: aumentare drasticamente il numero di studenti senza investire in nuove infrastrutture e docenti potrebbe portare a un abbassamento della qualità dell’insegnamento. Inoltre, Ricciardi ha evidenziato come il problema della carenza di personale medico negli ospedali non dipenda tanto dalla mancanza di laureati in Medicina, quanto dalla difficoltà di reperire specialisti in settori chiave come l’emergenza-urgenza, spesso evitati per via di condizioni di lavoro gravose e stipendi poco competitivi.

Altro punto critico è il confronto con la media europea: mentre l’Italia conta un numero di medici superiore alla media, il personale infermieristico risulta nettamente insufficiente. Un problema strutturale che, secondo l’opposizione, viene ignorato dal governo a favore di interventi propagandistici.

La soluzione proposta dal Movimento 5 Stelle prevede un sistema di selezione più equo, con corsi preparatori gratuiti e test d’ingresso basati su bibliografie note, per garantire meritocrazia e trasparenza. Ma la riforma attuale, secondo Ricciardi, rischia di creare solo maggiore confusione, spostando il problema più avanti senza risolverlo realmente.

Mentre il dibattito continua, resta alta la preoccupazione tra gli studenti e gli operatori sanitari, che chiedono un piano concreto per garantire un futuro stabile alla professione medica e al sistema sanitario nazionale.

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