Alla cortese attenzione della Redazione,
Mi chiamo Luisa, sono laureata in economia e possiedo diverse specializzazioni, master e abilitazioni. Ho accumulato 10 anni di esperienza nel settore privato, lavorando part-time, e da 9 anni sono docente in una scuola pubblica. Nonostante il mio impegno e la mia formazione, il mio stipendio è a dir poco insufficiente, facendomi sentire come una poveraccia.
La situazione lavorativa nel Sud Italia è particolarmente difficile. Le opportunità sono scarse, e spesso ci si trova di fronte a un bivio: rimanere e accontentarsi di uno stipendio misero o cercare fortuna altrove. All’estero, le possibilità di carriera e di una vita dignitosa sono molto più ampie, ma trasferirsi richiede sacrifici e la volontà di abbandonare la propria terra.
È fondamentale valutare diversi fattori prima di prendere una decisione così importante. Bisogna chiedersi se si è disposti a lasciare tutto per inseguire migliori prospettive, e quale tipo di lavoro si desidera fare. Altrimenti, si rischia di investire anni nello studio e nella formazione per poi trovarsi a sopravvivere con delusione e amarezza.
Questa è la realtà di molti laureati e professionisti qualificati nel nostro Paese, una realtà che merita di essere raccontata e, soprattutto, affrontata con politiche adeguate.
Cordiali saluti,
Luisa C.
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