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Nel 2025 in pensione a 64 anni, ma solo a queste condizioni

Pensione a 64 anni con l'integrativa: l'ipotesi di estensione ai lavoratori prima del '96. Allo studio l'allargamento ai lavoratori pre-contributivo dell'emendamento alla Manovra, per raggiungere la pensione anticipata con il cumulo dei fondi complementari

Verso una riforma pensionistica flessibile: l’ipotesi nel 2025 di anticipare la pensione a 64 anni con l’aiuto dei fondi integrativi, i dettagli nellarticolo.

In vista dell’imminente approvazione della Manovra 2025, si delinea una nuova opportunità per i lavoratori italiani di andare in pensione in anticipo. Grazie a un emendamento presentato dalla Lega e approvato in commissione Bilancio, a partire dal prossimo gennaio sarà possibile integrare la rendita maturata nei fondi previdenziali complementari per raggiungere i requisiti necessari per la pensione anticipata a 64 anni.

Questa novità si applicherà ai lavoratori in attività dal 31 dicembre 1995, ovvero quelli ricadenti nel sistema contributivo. Tuttavia, la deputata Tiziana Nisini, prima firmataria dell’emendamento, annuncia che è allo studio l’estensione della misura anche a coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996.

La nuova normativa consente di andare in pensione a 64 anni con un minimo di 20 anni di contributi, a patto che l’importo dell’assegno maturato sia pari a 3 volte la pensione minima per gli uomini (attualmente 1.603 euro), 2,8 volte (1.496 euro) per le donne con un figlio e a 2,6 volte (1.389 euro) per le lavoratrici con due figli. Grazie all’emendamento, dal 1° gennaio 2025 tale soglia potrà essere raggiunta anche attraverso l’utilizzo della rendita della previdenza complementare, sebbene gli anni di contributi versati dovranno essere almeno 25 fino al 2030, per poi salire a 30 a partire da quella data.

“Un traguardo storico”, secondo Tiziana Nisini, che sottolinea come questa modifica “premi la flessibilità in uscita grazie al potenziamento del dialogo tra previdenza obbligatoria e complementare”. La deputata leghista evidenzia inoltre che l’obiettivo del Governo è quello di estendere questa possibilità anche ai lavoratori con un sistema misto, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996.

Questa misura rappresenta un importante passo avanti nel sistema pensionistico italiano, offrendo ai lavoratori una maggiore flessibilità e la possibilità di accedere alla pensione anticipata attraverso il cumulo delle rendite dei fondi complementari. Secondo Nisini, si tratta di un’opzione che può incentivare i giovani e i lavoratori attualmente privi di copertura previdenziale complementare ad aderire ai fondi pensione, rafforzando la sostenibilità del sistema nel suo complesso.

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