Nonostante i vincoli di bilancio, la manovra economica varata dal governo conferma alcune importanti misure di flessibilità previdenziale in scadenza e introduce alcuni interventi per tutelare le pensioni minime e madri lavoratrici.
Quota 103 e Ape Social vengono rinnovate per il prossimo anno, consentendo l’uscita anticipata a 62 anni con 41 di contributi. L’Opzione Donna, riservata a lavoratrici con almeno 35 anni di versamenti, prevede ora criteri più restrittivi. Viene inoltre detassato il “bonus Maroni” destinato ad anticipare la pensione di chi matura i requisiti entro fine 2022.
Altro intervento riguarda la possibilità per i dipendenti pubblici di rimanere in servizio fino a 70 anni. Le pensioni minime, rivalutate del 2,2% nel 2025, arriveranno a circa 618 euro mensili evitando un calo a 604 euro. Aumenta di 16 mesi l’anticipo previsto per l’accesso alla quiescenza delle madri con 4 figli.
Si prevede inoltre una revisione della perequazione delle pensioni all’estero e l’integrazione della rendita di un fondo pensione per chi accede all’assegno sociale a 67 anni.
Se confermate dal Parlamento, queste modifiche confermerebbero l’intento del governo di coniugare sostenibilità del sistema e tutela dei beneficiari, in particolare le fasce più deboli. Resta da vedere se verranno apportati ulteriori cambiamenti al testo durante la discussione parlamentare.
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