In questi giorni sui social si sta consumando una sorta di protesta che francamente non comprendiamo fino in fondo. I precari di terza fascia chiedono a gran voce una sorta di fase transitoria per l’immissione in ruolo, forse dettate da alcune promesse fatte da autorevoli esponenti della maggioranza? Va però precisato che non hanno mai riscosso i consensi necessari.
Da che esiste la scuola e le immissioni in ruolo nella scuola, i precari di terza fascia di istituto, ovvero privi di abilitazione all’insegnamento, per entrare di ruolo dovevano almeno superare un concorso.
Poi con la riforma del reclutamento venne introdotta l’abilitazione all’insegnamento per portare in cattedra docenti formati e pronti a valutare gli studenti. Tali abilitazioni in realtà – lo ribadiamo ancora – significavano sacrifici enormi che si sommavano alle spese che gli aspiranti docenti dovevano sostenere per frequentare i vari PAS, TFA e via discorrendo.
Il governo, proprio per loro, per evitargli quanto appena sottolineato, ha deciso di ritornare al vecchio e sicuro concorso ordinario: chi lo supera va in ruolo e quindi può considerarsi abilitato, chi non lo supera avrà altre possibilità. L’intenzione del governo è di indire un concorso ordinario con cadenza biennale.
Molti precari di terza fascia questo lo hanno capito molto bene e sono soddisfatti dalla recente linea politica, altri invece protestano, contestano, ma non ci è chiaro se contestano perchè chiedono ancora i costosissimi PAS e TFA oppure se protestano per altri motivi.