MIUR – Le priorità del ministro Bussetti

Il ministro Bussetti raccoglie l’eredità lasciata dal precedente governo e una scuola in attesa della svolta. Le lacerazioni lasciate dalla buona scuola invitano ad un impegno costante ed a una serie di interventi volti a superarli. Tuttavia il suo compito non appare semplice anche perchè Bussetti è espressione della Lega che da anni chiede la regionalizzazione della scuola e degli stessi insegnanti. Tematica questa che non vede favorevole il M5S.

E’ vero anche che come dice Salvini occorre dare priorità a quanto scritto sul programma, ma i temi che chiedono risposta sono sul tavolo e noti a tutti, in particolare agli addetti ai lavori: Reclutamento dei docenti, mobilità dei docenti che chiedono di poter tornare alle regioni di appartenenza, Organici del Sud in calo a causa dell’emigrazione che ha coinvolto negli ultimi anni le aree del Mezzogiorno, la chiamata diretta, il bonus premiale dei docenti vessato dagli addetti ai lavori, l’alternanza scuola-lavoro, la questione diplomati magistrali, l’edilizia scolastica, i nuovi percorsi di istruzione professionale, le ore degli ITP tagliati dalla Gelmini e altro ancora.

Il nuovo ministro Bussetti saprà dare risposta alle tante domande della scuola?

Nuovo ministro dell'Istruzione

Il percorso non sarà semplice, anche perchè proprio in materia di Istruzione le posizioni di Lega e M5S sono diverse, la sintesi del programma – come abbiamo già evidenziato – appare una manifestazione di intendi, una sorta di cornice che dice molto, ma che non entra nel merito. Ma la scuola e i docenti hanno bisogno di risposte, ma anche di un nuovo clima che sia più sereno e che dia certezze sia ai docenti che alla popolazione studentesca.

Una delle possibili soluzioni, che non abbiamo citato, potrebbe essere il numero di alunni per classe. Riportare le classi ad un massimo di 20 alunni garantirebbe una qualità dell’Istruzione certamente superiore e allo stesso tempo aumenterebbe gli organici riassorbendo i soprannumerari e in taluni casi il ritorno dei docenti “deportati” al Sud. Ma occorrono risorse e il programma del governo appare impegnativo anche se a nostro parere reperirli non sarà difficile, basta intervenire sui numerosi “carrozzoni” che lo Stato ha creato per garantire posti di sottogoverno agli amici dei politici e dei partiti. Occorre dunque iniziare a mettere fine ai privilegi dorati ed improduttivi, occorre coraggio e determinazione perchè il percorso sarà irto di ostacolie di opposizioni di tutti i tipi.