La denuncia di Fratoianni (Avs): “Intervenga il ministro Tajani per semplificare le procedure”
Negli ultimi mesi, almeno mille studenti turchi ammessi a corsi di laurea e post-laurea in prestigiose università italiane stanno affrontando un ostacolo che potrebbe compromettere il loro futuro accademico: i ritardi nel rilascio dei visti. Nonostante abbiano ricevuto un’accettazione ufficiale dagli atenei e presentato tutta la documentazione necessaria, questi giovani rischiano di perdere l’anno accademico a causa di procedure lunghe e inefficaci.
La scadenza per ottenere il visto è fissata al 30 novembre. Dopo questi dati, gli studenti non potranno più iscriversi ai corsi, mettendo in discussione il loro diritto all’istruzione e, di conseguenza, il loro futuro.
La questione è stata sollevata con urgenza in un’interrogazione parlamentare presentata da Nicola Fratoianni e Marco Grimaldi, esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs). Il documento, indirizzato al ministro degli Esteri Antonio Tajani, chiede chiarimenti sulle misure adottate per affrontare il problema e propone soluzioni per velocizzare le procedure di rilascio dei visti.
Ritardi e ostacoli burocratici: un sistema da rivedere
Nel testo dell’interrogatorio si sottolineano diversi problemi: i tempi di attesa per l’elaborazione delle domande, spesso superiori a quanto consentito dal calendario accademico, il respingimento delle richieste senza motivazioni chiare e le difficoltà nel fissare appuntamenti presso le autorità consolari italiane.
L’istruzione, definita un diritto umano universale, è al centro della questione. Secondo Fratoianni, l’Italia dovrebbe favorire il dialogo interculturale e sostenere il percorso accademico degli studenti internazionali, invece di ostacolarlo con inefficienze amministrative.
L’appello al governo italiano
Fratoianni invita il ministro Tajani ad attivarsi immediatamente per semplificare le procedure e garantire che tutti gli studenti ammessi possano iniziare regolarmente i loro studi. “È in gioco non solo il futuro di mille giovani, ma anche l’immagine di un’Italia inclusiva e aperta al dialogo culturale”, concludono l’esponente dell’Avs.
La speranza è che il governo intervenga in tempi utili, evitando di trasformare una promessa accademica in un’occasione mancata.
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