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Maturità 2025, confermata la linea del MIM: niente esame per chi ha 5 in condotta

Il Ministero chiarisce: la non ammissione riguarda solo la condotta, non il rendimento scolastico

Roma, 9 aprile 2025 – Nessun passo indietro da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) sulle regole di ammissione all’Esame di Maturità 2025. Le voci circolate negli ultimi giorni su una possibile revisione delle regole sono state smentite ufficialmente: la condotta rimane l’unico criterio di esclusione automatica.

Secondo quanto confermato da fonti del MIM, l’unico caso in cui uno studente non potrà essere ammesso all’esame di Stato è quello in cui riporti una valutazione di 5 in condotta. In presenza di una o più insufficienze nelle discipline scolastiche, invece, i Consigli di Classe hanno ancora la possibilità di deliberare all’unanimità l’ammissione del candidato.

Questa decisione riafferma l’importanza del comportamento degli studenti, ponendo l’accento sull’educazione civica e sul rispetto delle regole all’interno del contesto scolastico. Chi riporterà la sufficienza (6) in condotta ma avrà mostrato carenze comportamentali, dovrà comunque presentare una tesina specifica sull’educazione civica come parte integrante del percorso d’esame.

Il chiarimento arriva in un momento particolarmente delicato per studenti e famiglie, che cercano certezze e riferimenti chiari nell’organizzazione del percorso verso la Maturità. Il MIM intende dunque rafforzare il messaggio secondo cui il profitto scolastico, sebbene importante, può essere compensato da una valutazione complessiva del percorso educativo, mentre la condotta rimane un parametro irrinunciabile.

In sintesi:

  • Non si viene esclusi dall’Esame di Maturità per una o più insufficienze, se il Consiglio di Classe approva l’ammissione all’unanimità.
  • Con un voto di 5 in condotta, non sarà possibile accedere all’Esame di Stato.
  • Con un 6 in condotta, sarà richiesta una tesina aggiuntiva sull’educazione civica.

Una scelta che intende valorizzare la formazione del cittadino prima ancora che dello studente, in linea con i principi fondanti dell’educazione scolastica italiana.

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