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MANOVRA. Malpezzi, nessuna risposta su diritto allo studio e disagio dei più piccoli

Diritto allo studio, l'on. Malpezzi critica fortemente le scelte del governo Meloni

“Il governo ha bocciato tutti gli emendamenti a sostegno del diritto allo studio e per i giovani. Al di là delle dichiarazioni di intenti o delle misure spot la destra dimostra di non avere alcun interesse a investire sulla scuola o sulla prevenzione del disagio dei più piccoli”. Lo dichiara in una nota Simona Malpezzi, senatrice del Pd e vice presidente della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza

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“Hanno bocciato le proposte di istituire un fondo per aumentare i servizi in neuropsichiatria, nonostante l’allarme sull’aumento degli accessi proprio in questi reparti dei giovanissimi e sostegni per garantire a più bambini e ragazzi possibili l’accesso all’attività sportiva che è uno strumento educativo e di salute importante precluso a troppi . Hanno bocciato -prosegue Malpezzi- le proposte per sostenere il diritto allo studio; la scuola secondaria di primo grado è dell’obbligo, ma i libri di testo non sono gratuiti. 350 euro all’anno per figlio. Il trasporto scolastico per raggiungere le scuole non è gratuito ed è a carico delle famiglie e lo sono anche le mense. Il Ministro Valditara aveva promesso un intervento, ma non ha mantenuto l’impegno.Non c’è stato nessun ampliamento -come chiedevamo- del fondo per arrivare alla progressiva gratuità dei libri di testo almeno nella fascia dell’obbligo e la stessa cosa per i trasporti e l’accesso alle mense.
Hanno bocciato la proposta di stabilizzare il Fondo Biblioteche per l’acquisto di libri che è stato istituito nel 2020 per ampliare il patrimonio librario delle biblioteche di pubblica lettura, tramite acquisti speciali da effettuarsi nelle librerie presenti sul territorio. Una misura di successo che ha contribuito ad incrementare e aggiornare il patrimonio librario delle biblioteche a beneficio di tutti.
Ma hanno detto no anche alla proposta di rafforzare la comunità educante per dare maggiori risorse, soprattutto, alle realtà più difficili del Paese: chiedevamo di aiutare la scuola a rapportarsi e fare rete con tutte le istituzioni del territorio, a partire dagli enti locali. Le risorse educative che i territori hanno devono essere messe a sistema da nord a sud: oratori, educativa di strada, terzo settore, la rete di pedagogisti e psicologi che possono dare una grande mano ai ragazzi.
Il governo non è interessato a dare nessuna risposta: solo slogan quando serve ma poi niente fatti. Ne prendiamo atto”. Così conclude Malpezzi.

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