Scuola Bene Comune trae un primo bilancio della propria attività a 10 mesi dalla sua creazione. Esso, oggi, conta circa 4.288 iscritti, fra docenti, personale ATA, politici, sindacalisti e giornalisti. E’ nato da un’idea di Libero Tassella con l’intento di creare un movimento di opinione all’interno della comunità educante sulle tematiche che riguardano la scuola e il suo personale, ed auspichiamo diventi presto anche un movimento d’azione, in grado di andare oltre l’isolamento che affligge chi lavora nella scuola e di portare avanti, oltre alle idee per una scuola migliore, anche risultati concreti. Per ottenere questo ambizioso obiettivo è necessario andare oltre la piccola percentuale che i social come fb riescono a raggiungere, pari a circa il 10% degli iscritti totali.
SBC punta alla qualità più che alla quantità, ma occorre fare, oltre che pensare e commentare, giacché le idee hanno bisogno di gambe per potersi concretizzare. Va precisato che SBC non è un sindacato, non vuole esserlo, né ha ambizioni politiche. Si sostanzia del contributo di idee di tutti gli iscritti, tuttavia avverte la necessità di dare concretezza a queste idee, che troppo spesso restano opinioni espresse su un social e che trovano consenso tramite un emoticon e qualche commento.
Serve una più ampia condivisione dei video e dei documenti prodotti per rendere più incisiva e capillare la diffusione delle nostre posizioni.
Pensiero, proposta, propaganda: i social aiutano ma occorre anche intervenire all’intero delle scuole, delle istituzioni, confrontarsi con i sindacati di comparto, andare nelle piazze.
Non si ottiene nulla senza la lotta, che certo può essere fatta in vari modi ma non con l’inerzia, il vittimismo, il puntare il dito contro i sindacati, i partiti.
Con l’inamovibilità parolaia si resta al palo, si arretra! Cari colleghi, nessuno ci regalerà mai nulla se continueremo a subire limitandoci a un lamento continuo sui social e a un silenzio assordante nei Collegi.
Insomma noi vorremmo un gruppo di militanti, che si sentissero comunemente impegnati per una scuola di qualità e sapessero costruire una struttura critica senza alcuna remora nei confronti di chi è al governo, ma il vero lavoro va fatto quotidianamente in ogni scuola, il nostro obiettivo è che i docenti contrastivi crescano sempre più e trovino in SBC la loro casa comune.
Noi, come Antonio Gramsci, odiamo gli indifferenti, disprezziamo chi risolve il suo dissenso in un lamento, deploriamo gli scettici, quelli che preferiscono non vedere, girandosi dall’altra parte dicendo “non mi riguarda”, noi siamo deboli perché subiamo senza mai reagire, perché abbiamo smarrito il senso dell’appartenenza di quella comunità di intenti che costituisce la nostra forza! Siamo un gigante con i piedi d’argilla: un milione di lavoratori con una enorme palla al piede: la nostra ignavia.
E allora il nostro appello è al protagonismo: sappiamo essere noi gli artefici delle nostre sorti lavorative, riprendiamoci il prestigio che ci siamo lasciati scippare! Facciamolo per noi, per la nostra scuola pubblica, settore strategico di una nazione meravigliosa ma in affanno, fucina d’elezione per il rilancio ed il futuro del nostro Paese.
Non lasciamo, ancora una volta, che i destini della scuola e del Paese finiscano in mani altrui, in mani sbagliate.
Maria Carmela Lapadula