Oggi 15 luglio si è tenuta a Firenze davanti a USR Toscana la manifestazione di protesta indetta da NOI SCUOLA contro il mancato svolgimento del concorso straordinario abilitante DD 497/2020 – ormai letteralmente scomparso – e per i diritti dei docenti precari.
Si è scelta la data del 15 luglio non a caso: infatti proprio il 15 luglio di due anni fa scadeva la possibilità di iscriversi al concorso abilitante, al costo di 15 euro, aperto a tutti i docenti precari con tre anni di servizio, ma anche ai docenti di ruolo delle statali e delle paritarie.
Abbiamo intervistato su questo ma anche sul precariato scolastico il prof. Valerio Cai portavoce di Noi Scuola
Oggi il precariato scolastico ha poche tutele ma in molte realtà del Paese è quello che permette il funzionamento delle scuole. Quali provvedimenti normativi e contrattuali sono indifferibili?
Prima di tutto la macchina amministrativa deve mettersi in grado di far arrivare alle scuole tempestivamente tutti i docenti fin dal 1° settembre, garantendo la continuità per tutto l’anno scolastico, cioè fino al 31 agosto. La continuità didattica fondamentale – cioè quella dell’intero anno scolastico – è però realmente praticabile solo se il governo garantisce la stabilità delle condizioni economiche del lavoratore, rispettando senza penosi escamotage le normative europee, che prevedono pari diritti economici in capo ai lavoratori precari: malattia, permessi, ferie, scatti di anzianità, bonus formazione di 500 euro, bonus carovita di 200 euro.
La principale rivendicazione del precariato scolastico è la stabilizzazione. Invece in Italia si resta precari per molti anni.
Non le sembra che il recente DL 36, ora trasformato in Legge, con le procedure ivi previste per il reclutamento non faccia altro che alimentarlo ancor di più?
Non è certamente un caso che il governo, fingendo di perseguire lo scopo della migliore qualificazione del personale, preveda sempre – Renzi docet – percorsi pluriennali a ostacoli, assurdamente farraginosi, che hanno come unico evidente risultato quello di perpetuare enormi sacche di precariato, nell’ordine del 25% degli organici complessivi.
Secondo lei in cosa è deficitario nell’approccio il sindacato confederale e autonomo nei confronti del precariato?
A mio parere il terreno del precariato è quello maggiormente trascurato dai sindacati rappresentativi e firmatari: le rivendicazioni a favore dei precari sono presenti da sempre nelle piattaforme di tutti i sindacati, ma quando si arriva al dunque vengono sempre preferiti altri obiettivi economici, considerati regolarmente più urgenti e importanti.
Da qualche anno i precari più che nella lotta credono nei ricorsi. Per lei questa via è quella da privilegiare?
Questa domanda mette veramente il dito nella piaga… I ricorsi sono diventati, forse in compagnia delle università telematiche, il segno più chiaro della corruzione del nostro tempo, e vengono gestiti come ulteriore vessazione a carico dei docenti precari. Dunque, non solo i grandi sindacati non ottengono risultati favorevoli ai precari, ma contribuiscono a sfruttarli sistematicamente con l’uso perverso dei ricorsi. Per esempio, se la Cassazione o il Consiglio di Stato emettono una sentenza favorevole al miglioramento economico delle condizioni dei precari (ultimo caso: il bonus da 500 euro per la formazione), è ormai prassi consolidata che il governo ignori queste sentenze e che i sindacati, anziché mettere con le spalle al muro il ministro di turno, promuovano ricorsi volti a riconoscere ai ricorrenti quel beneficio, obbligandoli per di più a pagare, per tutta la durata – non breve – del ricorso, la “tangente” dell’iscrizione al sindacato.
E veniamo alle procedure abilitanti che sono scomparse dall’orizzonte: i docenti presentarono domanda e pagarono pure una tassa di partecipazione, mi pare che al MI abbiano ormai dimenticato questa procedura e nel DL 36 ipotizzano per i docenti già abilitati il conseguimento di 30 CFU per conseguire un’altra abilitazione e aspirare quindi alla mobilità professionale.
Cosa intendete fare per questi docenti? I sindacati non ne parlano e gli stessi docenti ormai pare che abbiano archiviato ogni speranza.
Intanto vogliamo stanare il ministro e ottenere lo svolgimento del concorso scomparso, al quale si sono iscritti circa centomila docenti. Se il ministro pro tempore, o chi presto lo seguirà, faranno orecchie da mercante, NOI SCUOLA promuoverà una causa davanti al giudice penale per far condannare il ministro per violazione della legge e peculato (oltre un milione di euro incassato dagli iscritti al concorso).
Ecco tutti i testi per prepararsi al concorso straordinario 2022 della scuola
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