Le affermazioni dell’OCSE che parla degli stipendi della scuola italiana fra quelli che sono aumentati più di tutti in Europa, sta sollevando un vespaio di polemiche, proprio fra docenti ed ATA.
Un nostro lettore, attivo sulla nostra pagina Facebook, scrive: “Sono cresciuti così bene che sono quattro mesi che prendo 240 euro in meno in media ed invece di darmi il TFR dello scorso anno in un’unica soluzione (roba di nemmeno 500 €) mi hanno pagato con tre mesi di ritardo e solo una tranche di 150 euro… ma quante buffonate scrivono e tutti a crederci… qualcuno ci invidia persino (“E si lamentano sempre…”)… praticamente le tragicomiche!!!”
Ma non è l’unico, un altro nostro lettore smaschera il meccanismo: “… è evidente che se percepisci uno degli stipendi più bassi d’Europa e ti viene aumentato di due spicci, in termini proporzionali, il tuo misero stipendio, che resta sempre misero, risulta aumentato più di quello dei colleghi europei… Ma sempre fra i più bassi rimane. Basta andarsi a leggere i dati.
Che sia tra i più alti europei, è oggettivamente falso.
Comunque, per farsi un’idea immediata, basta rapportarlo al reddito medio nazionale. Il reddito medio di un’insegnante è pressoché in linea con quello. Vogliamo pensare che si tratti del “lavoro medio”? Io penso che, fino a qualche decennio fa, non venisse considerato tale ma, almeno un pochino di più…”
Però i quotidiani più vicini all’Esecutivo non hanno esitato a riempire le prime pagine esaltando appunto la politica stipendiale del governo.
Il dibattito è aperto, così la nostra casella di posta elettronica, chi vuole contribuire portando la propria testimonianza può farlo.
Leggi anche:
SBC Elezioni CSPI, vince l’astensionismo
La scuola del futuro secondo il Ministro Valditara: coinvolgimento, talento e inclusione
Segui i canali social di InformazioneScuola
Iscriviti al gruppo Telegram: Contatta @informazionescuola
Iscriviti al gruppo whatsapp
Iscriviti alla nostra pagina Facebook