L’INPS ha emanato la circolare che regolamenta i permessi e i congedi della legge 104

L’INPS, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, ha emanato la circolare che chiarisce le nuove modalità di usufruire dei permessi e dei congedi previsti dalla legge 104.

La circolare n. 39 del 4 aprile 2023 chiarisce alcune novità in materia di equilibrio tra lavoro e vita familiare, alla luce della direttiva UE relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza.

Permessi e congedi legge 104, le novità introdotte dall’INPS

I permessi previsti dalla Legge 104 consentono ai lavoratori disabili o con handicap grave acclarato e ai lavoratori con familiari disabili in situazione di gravità di non recarsi al lavoro per un certo numero di ore o giorni mensili percependo comunque una retribuzione.

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La circolare chiarisce che il permesso di assistenza allo stesso familiare può essere autorizzato a più di un lavoratore subordinato, che può goderne alternativamente tra loro. Inoltre, la figura del convivente è stata introdotta come beneficiario del congedo straordinario, insieme al coniuge e alla parte dell’unione civile della persona disabile.

Per accertare la convivenza stabile, sarà necessario fare riferimento alla dichiarazione anagrafica. La circolare precisa inoltre che la convivenza con il disabile può essere iniziata anche dopo la presentazione della domanda di congedo straordinario ma deve essere assicurata per tutta la fruizione del beneficio in oggetto. In sintesi, la circolare fornisce importanti indicazioni per i lavoratori disabili e per chi si prende cura di familiari disabili, contribuendo a garantire una migliore conciliazione tra lavoro e vita familiare.

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Posso richiedere il congedo straordinario per assistere un familiare non disabile?

No, il congedo straordinario previsto dalla Legge 104/92 è riservato esclusivamente ai lavoratori che assistono un familiare disabile in situazione di gravità. La legge definisce “disabile in situazione di gravità” una persona affetta da una menomazione fisica, psichica o sensoriale che le impedisce di svolgere autonomamente le normali attività quotidiane e che richiede l’assistenza continua di un’altra persona per la soddisfazione dei bisogni primari della vita.

Se si desidera assistere un familiare non disabile, si possono valutare altre opzioni, come i permessi retribuiti previsti dalla contrattazione collettiva o dalle norme aziendali, oppure il ricorso alle ferie o ai congedi parentali previsti dalla legge. Tuttavia, queste opzioni dipendono dalle specifiche condizioni contrattuali e aziendali e possono variare da un caso all’altro. Si consiglia quindi di consultare il proprio contratto di lavoro e di rivolgersi all’ufficio del personale o al sindacato per avere maggiori informazioni sulle opportunità disponibili.

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