Vi è stata da parte delle scuole la corsa verso l’attivazione della sperimentazione che taglia di un anno i licei, riducendo il percorso scolastico a 4 anni anziché a 5, ma al momento le iscrizioni non stanno premiando questa scelta, anzi.
Le motivazioni, scrive il giornalista di Repubblica Salvo Intravaia, sono da ricercarsi nel super lavoro richiesto agli studenti, perché è vero che il percorso si accorcia di un anno, ma le discipline restano le stesse e anziché essere diluite in 5 anni, dovranno essere affrontate e svolte in 4.
I licei che hanno aderito alla sperimentazione voluta un po’ da tutti i governi, ci provò anche il governo Berlusconi, ma ad attivarla è stata la ministra Fedeli, sono 192 di cui 127 statali e 65 istituti paritari presenti un po’ su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, il MIUR si dice che la sperimentazione e l’adesione è in linea con le aspettative. Mentre scrive Intravaia “più di una scuola ha avuto difficoltà a trovare alunni disposti a sobbarcarsi il superlavoro necessario”.
In aumento invece gli istituti classici, c’è il boom di iscrizioni tant’è che molti istituti sono stati costretti a rifiutare le iscrizioni per mancanza di aule, altri istituti invece le hanno chiesti in prestito alle scuole che ne avevano la disponibilità. Insomma, in un mercato del lavoro che richiede con maggiore insistenza figure professionali e tecniche le famiglie e gli studenti preferiscono l’istruzione classica. Nel frattempo, gli imprenditori del Nord sono costretti a “importare” tecnici e operai specializzati per garantire la produzione. Il nostro sarà mica un Paese al contrario?
