Egr. Prof. Giuseppe Valditara
Lei è riuscito a cambiare la dicitura dell’attuale Ministero della Pubblica Istruzione, rendendolo più accessibile attraverso il Merito qualunque esso sia. Si parla di meritocrazia quando, correttamente, si svolgono dei concorsi e gli stessi vengono superati dimostrando il valore meritocratico; lo stesso, però, dovrebbe tener conto di molti aspetti e fattori soprattutto quello di non rendere differenze, che ad oggi stanno emergendo, tra docenti di serie A e serie B. La costatazione avviene soprattutto se si mette in evidenza ciò che sta avvenendo in proposito al reclutamento docenti; questo sancito dalla disparità fra due concorsi emanati nel 2020 e 2021 nella sottospecie concorso straordinario 2020 e straordinario bis 2021. Riprendendo una lettera di un mese fa, sta emergendo, confermo, lo spirito concorrenziale e competitivo che disunisce e non unisce quelli che dovrebbero rendere una scuola migliore, in un periodo che secondo il vostro punto di vista dovrebbe essere di crescita: cognitiva, informatica, strutturale, economica. Purtroppo, tutto ciò è molto lontano dall’ottica di noi docenti precari (tutti), come possiamo pensare cognitivamente ad una crescita se non abbiamo una stabilità economica-familiare? Cosa e come dovremmo comportarci davanti agli studenti se non siamo stati in grado di raggiungere degli obiettivi di stabilità (non per colpa nostra)? Che tipo di struttura ha in mente la politica al riguardo, richiamando il primo articolo della costituzione?
Abbiamo esigenza di sapere, di sperare, di combattere per noi e i futuri figli dell’Italia.
Rendere lo scorrimento delle graduatorie dello Straordinario Bis significa evidenziare il merito di quanti docenti precari con spirito di sacrificio vi hanno partecipato. Molti pur sapendo che i posti erano inferiori rispetto al contingente (docenti) hanno provato e non si sono tirati indietro; qualcuno è riuscito ad effettuare un’ottima prova, essendo la stessa “al buio” su disciplina in alcune regioni su metodologia in altre (non si è ben capito come le commissioni abbiano inteso il decreto) eppure costoro non sono rientrati, sempre per il problema dei posti a bando.
Meritocrazia: ha premiato coloro che al contrario disponevano di un numero elevato di posti rispetto al contingente e che quindi sono rientrati pur sostenendo una prova quasi sufficiente, con ciò non si ha l’intenzione di puntare il dito contro i nostri colleghi; ma mettere in evidenza la disparità che il bando stesso ha prodotto. Riprendendo il principio di Costituzione questo dovrebbe essere teso a garantire al sistema dell’istruzione condizioni strutturali e pedagogiche che rendano possibili la rimozione degli ostacoli in primis fra noi docenti precari per poi riuscire ad impartirli ai discenti; ma come possiamo farlo se il primo ostacolo ci viene posto dalla Pubblica Istruzione e dai nostri politici?
Le scriviamo come gruppo unito in un’unica persona precaria da molti anni, lo Straordinario Bis dovrebbe essere rivalutato. Non si mettono in evidenza i 128 euro versati, non si mette in evidenza la strutturazione dello stesso dalle diverse regioni ma si mette in evidenza il sacrificio, gli anni che ognuno di noi ha trascorso dietro le cattedre, si mette in evidenza la Meritocrazia per molti superiore al 60/100; la disparità di trattamento straordinario 2020 (anche concorsuale); si mette in evidenza il “muro” creato dallo stessa politica ciò che chiediamo è che si raggiunga un principio: quello di meritocrazia anche attraverso una valutazione in centesimi se ritenuto possibile.
Il nostro obiettivo e speranza è continuare ad essere docenti ma per farlo bisogna che la politica tutta agisca in modo concreto e che non diversifichi, che unisca e non allontani.
«Così infinitamente rendo grazie a Dio che si sia compiaciuto di far me solo primo osservatore di cosa ammiranda e tenuta a tutti i secoli occulta» (G. Galilei)
Siamo nelle vostre mani caro Presidente e prof Valditara.
Docenti Precari Straordinario Bis
lettera aperta docenti precari concorso straordinario bis
riceviamo e pubblichiamo
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