Gentilissimo professore. La ringrazio innanzitutto per essere quello che Lei è. Una persona competente, intelligente, disponibile ed aperta al dialogo. Mi perdoni se non sono riuscita ad esprimere tutto quello che in realtà è Lei in quanto non credo si possa ridurre a semplici parole.
Quello che Lei sostiene sulla formazione è ragionevolissimo e sono io per prima a sentirmi in un certo senso mai “arrivata”. Ho il perenne bisogno di studiare, formarmi, sperimentare…
Penso infatti che né 30, né 60 CFU possano fare di una persona un Docente.
C’è molto molto altro. Personalmente mi ritrovo in una “perenne sfida” per fare inclusione… Ogni giorno.
A volte mi capita anche di pescare strategie dal mio essere madre ad esempio…
A volte dal mio essere docente…a volte da ciò che ho studiato all’ Università ed a volte dall’ esperienza.
È tutta una somma di conoscenze che permeano l’intelletto e che sgorgano anche dal cuore…
Non voglio disturbare, ma anziché schierarmi e dare vita a dibattiti sterili ho preferito tentare e rivolgermi direttamente a Lei.
Siamo un piccolo gruppo e condividiamo la nostra esperienza e punto di vista.
Cerchiamo di fare inclusione anche al di fuori della classe perchè partiamo dal presupposto che anche tutta la società ne ha bisogno.
Il mio obiettivo fuori e dentro la scuola è rapportarmi con gli altri senza toni eccessivi rimanendo sempre disponibile a dialoghi costruttivi che ritengo utili anche per la mia crescita personale.
Effettivamente, e non solo in questo preciso momento, ci sono stati troppi scempi soprattutto a danno dell’ istruzione.
I nostri ragazzi, tutti, sono i “custodi del futuro” e bisognerebbe trattare con estrema cura chi proseguirà il cammino dopo di noi.
Vorrei chiederLe un parere vista la Sua continua dimostrazione di apertura al dialogo e vista la Sua preparazione e competenza.
Considerando che ormai credo che i corsi INDIRE si faranno, potrebbe Lei contribuire ad un loro effettivo progetto immaginando un percorso che garantisca davvero la formazione dei docenti?
Mi permetto di esprimere una mia piccola opinione, ammettendo che mi riguarda personalmente.
Facendo il confronto, sempre con umiltà ed in punta di piedi, con il percorso del TFA sostegno da 60 CFU, mi permetto di sottolineare che avendo esperienza pluriennale a scuola, corredata dalla stima di allievi e loro genitori, colleghi e dirigenti, potrei pensare che per me la parte pratica è stata svolta. No! Mi correggo, la parte pratica è svolta quotidianamente.
Sono consapevole però del fatto che esperienza non equivale sempre a competenza ma, mi perdoni la presunzione, Le assicuro che per molti invece è così.
Quindi Lei cosa farebbe adesso immaginando l’avvio dei corsi INDIRE con le caratteristiche con cui sono stati pensati? Come li strutturerebbe conciliando le modalità con cui dovrebbero essere avviati e la reale esigenza di fare inclusione senza creare il docente speciale di sostegno bensì un docente che accompagni il curricolare nel processo di normale specialità?
La saluto augurandomi che tutti i protagonisti di questa vicenda possano creare veramente un processo, un modo di agire, una cultura che permetta a tutti di sentirsi parte di un tutto conservando e valorizzando le proprie caratteristiche specifiche, le proprie esigenze e la propria personalità.
Tutti siamo diversi e il sistema inclusivo è pensato e progettato per tutti, per rispondere ai bisogni “diversi” delle persone, come Lei sa.
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