Lea Garofalo e Giulia Cecchettin, la scuola le ricorda per costruire un futuro di rispetto e autodeterminazione

Nel mese di novembre, carico di ricorrenze significative, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina Diritti Umani ha voluto dedicare un momento di riflessione collettiva alle figure di Lea Garofalo e Giulia Cecchettin, simboli tragici della lotta contro la violenza di genere. Queste due giovani donne, unite dal desiderio di libertà e dalla tragica fine per mano di chi avrebbe dovuto proteggerle, ci ricordano quanto sia cruciale costruire una cultura basata sul rispetto e sull’uguaglianza.

Lea Garofalo, testimone di giustizia, fu assassinata il 24 novembre 2009 a Milano. La sua morte, ordinata dal compagno Carlo Cosco, rappresenta una condanna non solo alla sua persona, ma anche alla sua determinazione di ribellarsi ai codici d’onore della ‘ndrangheta. Un percorso di coraggio spezzato dalla ferocia di un sistema patriarcale e criminale che non le ha permesso di vivere la sua autodeterminazione.

Pochi giorni fa, l’11 novembre, Giulia Cecchettin ha perso la vita per mano dell’ex fidanzato, in un episodio che ha sconvolto il Paese e acceso nuovamente i riflettori sul femminicidio. Due storie diverse, ma accomunate da un destino simile, che evidenziano come la violenza contro le donne sia una piaga sociale da estirpare con fermezza.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, rappresenta un’occasione per le scuole di riflettere e sensibilizzare le nuove generazioni. Parlare di Lea e Giulia significa insegnare ai giovani che ogni essere umano, indipendentemente dal genere, ha diritto alla libertà di pensiero e azione.

Il mese di novembre ci invita a lavorare per una mentalità diversa, lontana dai valori tossici di machismo e dalla presunta superiorità fisica. Solo con un cambiamento culturale radicale potremo garantire che la libertà delle donne venga rispettata e tutelata.

La memoria di Lea Garofalo e Giulia Cecchettin deve essere un faro per la costruzione di un futuro in cui ogni donna possa vivere senza paura, scegliendo per sé stessa e non per imposizioni altrui.

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