Le gabbie salariali nella scuola? Per il M5S sono una follia del governo Meloni

Le ultime novità in arrivo dalla politica potrebbero avere conseguenze negative sul mondo della scuola italiana. Secondo quanto dichiarato da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, la maggioranza di governo starebbe valutando l’introduzione delle cosiddette “gabbie salariali”, ovvero stipendi differenziati per gli insegnanti in base alla regione di appartenenza.

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L’ipotesi avanzata dalla Lega prevedrebbe professori del Centro-Sud percepite remunerazioni inferiori rispetto a quelli del Nord Italia. Una mossa che secondo gli oppositori rappresenterebbe l’ennesimo schiaffo al Sud e alla scuola nel suo complesso.

Non solo aspetti politici però. Gli esperti del settore bocciano l’idea anche sotto il profilo tecnico. Stipendi diversificati rischierebbero di alimentare diseguaglianze e contribuire ad indebolire ulteriormente il sistema d’istruzione nazionale.

Secondo gli studiosi la strada corretta sarebbe univoca: aumentare gli attuali salari di tutti i docenti italiani, ancora tra i più bassi d’Europa. Solo valorizzando in modo omogeneo la professionalità degli insegnanti sull’intero territorio nazionale sarà possibile colmare il divario con gli altri Paesi e perseguire concretamente l’obiettivo di una scuola efficiente e di qualità.

Un tema delicato che probabilmente alimenterà accesi dibattiti politici nei prossimi mesi. Intanto l’opposizione del M5S promette battaglia in Parlamento per scongiurare quella che viene definita come una “follia” che andrebbe a danneggiare ulteriormente la scuola pubblica italiana.

Allarme povertà tra insegnanti e personale ATA, occorre una politica a sostegno dei salari, quali soluzioni?

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