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L’autonomia differenziata approvata: una minaccia per l’unità e l’equità del sistema scolastico italiano

La leader della FLC CGIL Gianna Fracassi: "Lavoreremo per fermare questa riforma che aumenterà le disuguaglianze tra regioni"

L’approvazione definitiva della riforma sull’autonomia differenziata rappresenta un brutto colpo per la scuola pubblica italiana secondo la segretaria generale della FLC CGIL Gianna Fracassi. La riforma introduce infatti meccanismi di devoluzione delle competenze in materia di istruzione alle regioni che, senza adeguate garanzie e risorse, rischiano di aumentare drasticamente il divario tra le diverse aree del Paese.

Fino ad oggi lo Stato centrale dettava le linee guida generali per tutto il territorio nazionale, garantendo un sistema uniforme di diritti e doveri per studenti e personale scolastico. Con l’autonomia differenziata, singole regioni potranno invece decidere autonomamente criteri di formazione delle classi, organici, programmi, orari, formazione dei docenti e contratti collettivi di lavoro.

Questo frammenterà l’unità del sistema, lasciando spazio a 21 diversi modelli regionali e spostando potere e risorse dallo Stato centrale verso le regioni più ricche. Il rischio denunciato da Fracassi è quello di creare una scuola pubblica a “20 velocità”, aumentando il divario tra nord e sud ma anche tra aree interne e periferiche della stessa regione.

Per questi motivi, la FLC CGIL non intende fermarsi e userà “tutti gli strumenti democratici” per bloccare una riforma che reputa lesiva dei principi di uguaglianza, universalità dei diritti e unità nazionale sanciti dalla Costituzione. Il sindacato lavorerà nelle sedi politiche e parlamentari per arrivare alla cancellazione di questa riforma.

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