L’Italia investe appena il 4% del suo PIL in istruzione, ben al di sotto della media OCSE del 4,9%. Anziché colmare questo gap, la Manovra del Governo Meloni-Giorgetti prevede ulteriori tagli lineari a settori fondamentali come scuola, università e ricerca, già gravati da gravi carenze finanziarie.
Secondo il deputato M5S Antonio Caso, Capogruppo in Commissione Cultura, questo scenario è allarmante: “Se a questo aggiungiamo anche il totale fallimento della maggioranza nell’attuazione delle risorse destinate al PNRR, abbiamo un’idea del baratro nel quale questo Governo sta facendo sprofondare l’istruzione e la ricerca italiana”.
Il M5S sottolinea con forza che investire in istruzione e ricerca non è una spesa, bensì un investimento strategico per la produttività e la crescita del Paese. Caso evidenzia: “Bisogna entrare nell’ordine di idee che quella per l’Istruzione e la Ricerca non è una spesa ma un investimento sicuramente produttivo e giusto, contrariamente a quello in armi”.
L’appello del Movimento 5 Stelle è chiaro: basta tagli a questi settori vitali, servono nuove risorse per garantire il futuro dell’Italia.
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