HomeLettere in RedazioneL'accordo per i precari non va bene, la colpa è dei sindacati?

L’accordo per i precari non va bene, la colpa è dei sindacati?

E no, cari signori, c’è un governo, partiti e movimenti, Ministri e Sottosegretari, oltre i sindacati. E’ naturale che i sindacati rappresentino di più i loro iscritti. Evidentemente chi è dentro sindacati e partiti di governo o d’opposizione non riesce a contare per la difesa dei diritti.
Si sbaglia pensando che qualcuno possa prendere in mano la causa di questa o quell’altra categoria di precari se gli stessi precari (tutti e genericamente intesi) sono in guerra fra loro ritenendosi ognuno migliore dell’altro e con precedenza in una strada che invece è diritta.
Questo è stato ed è il problema della classe docente italiana anche di ruolo. Quella guerra c’è stata e c’è ancora, indebolisce tutti tranne i più rappresentati se si considera, soprattutto, che i posti ci sono e ci sarebbero per tutti in un solo triennio svuotando ogni graduatoria ad esaurimento, riconoscendo diritti a idonei e vincitori di concorso, lavoro triennale etc.
Invece si fanno nuovi concorsi e discriminazioni. I vincoli e paletti spesso sono sopravvalutati da chi li ha superati (titoli e diritti di studio, di merito, idoneità in concorsi, gae, etc.) e non ci si accorge che altri possono avere diritto non senza “merito”, che è il mandra di questi anni sbagliato e divisivo, ma semplicemente “senza demerito”.
Chi cavalca questo aiuta il divide et impera di tutti i governi e consente alibi per non prendersi la responsabilità di provvedimenti universali ed equi per tutti. E nella scuola, per effetto del turn over ordinario, quota 100, organico di fatto molto superiore a quello di diritto, classi pollaio, tempo pieno, sostegno, potenziamento, mancate assunzioni nell’infanzia e mancata obbligatorietà dell’ultimo anno e via discorrendo, c’era e c’è ancora posto affinchè tutti possano entrare già nei prossimi due anni. Perchè fare nuovi concorsi? Si dice di combattere il precariato producendone sempre di nuovo, supplentite acuta e ormai cronica. Mai un accordo che guardi ad un progetto oltre l’anno scolastico in corso, al massimo il prossimo, che guardi alla Scuola in questa Paese come una cosa seria, il più grande investimento che si possa fare, intanto pagando di più chi ci lavora. E’ il male della politica di oggi, una categoria quella dei docenti e ata sempre più divisa al suo interno, futuro incerto.

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