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L’accorato appello del Comitato D.P.S.E.: fermate i licenziamenti degli insegnanti di sostegno specializzati all’Estero

Un bambino di 7 anni scrive a Babbo Natale per salvare il lavoro dei suoi genitori. Il Comitato lancia un appello urgente alle istituzioni.

Un drammatico appello arriva dal Comitato Docenti Precari Specializzati Sostegno Estero (D.P.S.E.), che si fa portavoce della disperazione di tante famiglie colpite da una situazione sempre più insostenibile. La lettera di un bambino di soli sette anni, che chiede a Babbo Natale di salvare il lavoro dei suoi genitori, entrambi docenti di sostegno specializzati con titolo estero, ha scosso profondamente il Comitato e l’opinione pubblica. Questo toccante episodio è solo una delle tante storie che riflettono le difficoltà vissute dagli insegnanti coinvolti.

Un problema che tocca il cuore delle famiglie e della scuola

La crisi non colpisce solo i docenti e le loro famiglie, ma anche l’intero sistema scolastico e, in particolare, gli alunni con disabilità. La carenza cronica di insegnanti di sostegno in Italia ha spinto molti professionisti a qualificarsi all’estero, affrontando sacrifici economici e personali. Tuttavia, nonostante l’impegno profuso, molti di loro rischiano il licenziamento, vanificando anni di lavoro e lasciando un vuoto nel percorso educativo degli studenti più fragili.

Un grido di aiuto per fermare la “mattanza”

“Fermate questa mattanza!” è il messaggio lanciato dal portavoce del Comitato, il dottor Giuseppe Laterza. L’appello è rivolto alle istituzioni, ai dirigenti scolastici e a chiunque abbia il potere di intervenire per sanare una situazione che mina la continuità didattica e distrugge intere famiglie. “È il momento di agire con coraggio e mettere da parte logiche materialistiche”, afferma il portavoce, sottolineando la necessità di una soluzione concreta e immediata.

Un invito all’azione

Il Comitato D.P.S.E. denuncia il boicottaggio dei corsi di formazione promossi da INDIRE, considerati un passo essenziale per regolarizzare la posizione dei docenti specializzati all’estero. L’appello si rivolge anche ai colleghi con titolo italiano, invitandoli a unirsi nella lotta per una scuola più equa e inclusiva.

Davanti alla sofferenza di un bambino, la coscienza e il buon senso devono prevalere. Le istituzioni non possono rimanere indifferenti: “Chi può fare e resta a guardare è complice di tanta sofferenza”.

Il futuro di tanti alunni e famiglie è in gioco. Agire ora è una responsabilità che nessuno può permettersi di ignorare.

COMITATO lettera di un bambino12122024

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