In questi ultimi mesi, abbiamo assistito a una campagna di critiche e polemiche nei confronti dei corsi INDIRE ex lege 106/2024. I docenti specializzati nel sostegno con il TFA italiano, supportati dagli oppositori del governo, hanno parlato di “formazione semplificata” e di “pericolo per l’inclusione”, ma è davvero questo il motivo della loro opposizione?
A nostro avviso, la verità è molto diversa. I docenti specializzati nel sostegno hanno paura di essere scavalcati dall’ondata di chi, grazie a questi corsi, potrà finalmente valorizzare gli anni di esperienza trascorsi a scuola. La paura di perdere il proprio status o la propria “esclusività” nel campo del sostegno è il vero motore della loro opposizione.
Ma non è tutto.
Gli oppositori del governo hanno colto l’occasione, sfruttando il malcontento dei Docenti del TFA, e hanno strumentalizzato la situazione.
La tela di mistificazioni intessuta da questi due gruppi ha un sapore totalmente diverso da quello con cui cercano di condire le loro battaglie.
In realtà, i docenti specializzati nel sostegno temono di perdere il posto fisso della “Terra promessa” garantito dall’art. 59, mentre gli oppositori cercano di contrastare il governo per motivi politici.
È tempo di finirla con queste mistificazioni e di guardare la realtà in faccia. I corsi INDIRE sono un’opportunità per tutti i docenti di migliorare le proprie competenze e di rimanere al passo con l’evoluzione della scuola.
Non è il momento di giocare sulla pelle dei docenti e degli studenti. È il momento di lavorare insieme per costruire un sistema educativo più inclusivo e più efficiente.
Daniela Nicolò
Gruppo Uniti per INDIRE
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