La scuola, scrive un docente, si basa sulle attività svolte fuori dall’orario di servizio e non retribuite. E sulla formazione alcuni sottolineano che “è sul campo, esercitando l’attività educativa con adeguata attenzione verso l’identità degli allievi, la realtà in cui siamo calati, nonché i contenuti e i percorsi cognitivi che possono risultare più utili, necessari e formativi per i ragazzi… Ovviamente la scuola in cui si opera dovrebbe essere luogo di confronto, riflessione, ricerca tra colleghi, nonché spazio di concreta e viva sperimentazione …Ma che parliamo a fare”?
La formazione attuale e la scuola ideale
Come dare torto alla docente che parla di una scuola “ideale” che non corrisponde alla realtà. Oggi le graduatorie vengono scalate con il servizio e con la formazione prevista ed approvata dal Ministero dell’Istruzione. Formazione erogata da enti formativi competenti e talvolta incompetenti. Sta al docente che intente avvalersene scegliere l’ente migliore e non pagare per avere solo un titolo come spesso capita.
I titoli danno punteggio
Quel titolo poi si traduce in punteggio, lo prevede la legge, ed è la realtà con la quale devono confrontarsi tutti, nessuno escluso. Il meccanismo è stato creato anni fa e difficilmente cambierà, dovranno adeguarsi tutti, piaccia oppure no.
Noi stessi siamo stati critici e lo siamo ancora, ma tant’è.
Molta formazione poi è fruibile anche con la carta del docente che oltre ad acquistare PC serve anche per formarsi.
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