Intervistiamo il prof Valerio Cai. Una lunga militanza sindacale, quella del sindacalista fiorentino, da sempre al fianco dei lavoratori della scuola.
Con lui parliamo di scuola, di sindacato, di rappresentanza, di RSU, di rinnovo contrattuale 19/21 , di riforme, non potevamo non soffermarci sull’ultima, quella sul reclutamento e la formazione, introdotta dal Governo Draghi nel PNRR.
Un filo rosso lega tutta questa intervista, certamente uno sguardo critico sul passato e sull’esistente ma anche la necessità di ribadire che è possibile il cambiamento attraverso la mobilitazione e l’unità tra i docenti , un monito ai tanti, ai troppi che ormai da tempo si sono arresi, assumendo atteggiamenti passivi e rinunciatari, sono tra loro divisi e spesso, legati a micro vertenze, sono” l’un contro l’altro armato”.
Prof. Valerio Cai, lei è impegnato da anni nel Sindacato, ha avuto esperienze in sindacati diversi (CGIL Scuola, Gilda-FGU, Noi Scuola) ha vissuto in prima linea: rinnovi contrattuali sempre insufficienti , soluzioni spesso incongrue ai problemi del precariato e del reclutamento ma anche riforme imposte dall’alto dai governi di ogni schieramento che hanno modificato dalle fondamenta la Scuola, dall’Autonomia alla Dirigenza, dalla Buona Scuola all’ultima riforma del reclutamento e della formazione continua e incentivata inserita nel PNRR.
Qual è il suo bilancio?
E ancora, a suo avviso il sindacato nella Scuola – confederale e autonomo – è stato ed è all’altezza del suo compito? Molti parlano di silenzio del sindacato in questi anni.
Il mio bilancio è decisamente negativo. Migliaia di scuole in Italia sono dedicate a Lorenzo Milani ma ciò ha il sapore beffardo di una insopportabile ipocrisia. I governi hanno puntato sulla dirigenza scolastica senza però selezionare personale adeguatamente preparato a coordinare i docenti, col risultato di ridurre fortemente gli spazi democratici e di cooperazione educativa. Anche i docenti vengono inseriti nella scuola in maniera occasionale e fortuita, spesso gettati nelle classi senza alcuna preparazione, divisi e contrapposti in categorie articiose e pretestuose, impedendo loro addirittura di accedere a corsi di formazione e di abilitazione che essi – incredibilmente – sarebbero pronti a pagare anche a caro prezzo di tasca propria…
Se siamo arrivati a questa entropia, risulta chiaro che i sindacati non sono stati all’altezza: a mio parere soprattutto per motivi strutturali, in quanto i cospicui finanziamenti governativi – in distacchi e permessi retribuiti concessi in esclusiva ai “rappresentativi” – hanno provocato meccanismi conflittuali e divisivi tra le varie sigle, ostacolando la possibilità di azioni di lotta unitarie basate sui reali bisogni dei lavoratori, considerati nel loro complesso prima ancora che come categorie e sottocategorie.
Oggi lei è il portavoce di Noi Scuola, un sindacato di base molto attivo e che ha la sua diffusione prevalentemente a Firenze e provincia.
Prof. Cai, nella Scuola c’è ancora spazio per i sindacati di base, visti i loro risultati alle elezioni RSU dello scorso aprile e negli scioperi da questi proclamati con risultati molto spesso sotto l’1%?
Noi Scuola compie proprio in questi giorni i suoi 10 anni di vita, con 1100 iscritti di cui 800 con ritenuta mensile. A questo proposito devo sottolineare che l’ARAN nei suoi conteggi per la rappresentatività non ce ne riconosce nemmeno uno, in quanto la nostra quota mensile di 2 euro è ritenuta assolutamente insignificante da tutti i grandi sindacati, che nei loro Contratti Nazionali – in base alla normativa codificata nello Statuto dei Lavoratori del 1970 – legiferano di fatto, e in violazione dei diritti costituzionali (art. 39 “L’organizzazione sindacale è libera”), in materia di diritti sindacali.
Le elezioni RSU dello scorso aprile hanno visto una flessione dei sindacati “di base” (alcuni dei quali però gestiti con criteri verticistici e con una logica autoreferenziale), che hanno ottenuto il 4,5% dei voti a livello nazionale, e nella provincia di Firenze il 9%. La causa di questi modesti risultati è a mio parere politica – forte conflittualità tra i sindacati di base – ma soprattutto organizzativa e strutturale: le norme che regolano le elezioni RSU sono a misura dei grandi sindacati e scatenano i loro “appetiti” volti alla conquista del maggior numero di distacchi sindacali, riservati dai contratti nazionali esclusivamente a loro.
Quanto agli scioperi, Noi Scuola non ha mai indetto in prima persona scioperi nazionali, in quanto riteniamo che lo sciopero abbia senso solo quando è ipotizzabile un forte consenso dei lavoratori, che si può realizzare solo nella convergenza con altri sindacati realmente rappresentativi e sulla base di piattaforme condivise dai lavoratori. Recentemente, Noi Scuola ha aderito e sostenuto attivamente con spirito convintamente unitario gli scioperi del 10 dicembre 2021, del 6 maggio e del 30 maggio.
Secondo lei la rappresentanza sindacale, che oggi si misura con il numero delle iscrizioni al sindacato e dei voti alle elezioni RSU di scuola, resta un criterio ancora valido?
E ancora, le RSU di scuola, ad oltre vent’anni dalla loro istituzione, svolgono un ruolo attivo ed efficace a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori nelle scuole e nella contrattazione del salario accessorio?
In molte scuole il personale lamenta di essere mal rappresentato e denuncia sempre più spesso una sudditanza/acquiescenza o peggio una collusione delle RSU nei confronti dei DS .
Non è assolutamente accettabile fondere in una sola votazione la scelta del rappresentante dei lavoratori nella singola scuola con la scelta del sindacato. Non è accettabile quanto si verifica a ogni tornata elettorale RSU: se voglio eleggere un collega che riscuote la mia fiducia devo anche optare per un sindacato, che magari non mi piace, e anche viceversa; se nella mia scuola il sindacato che preferisco non riesce a trovare nessun lavoratore disponibile a candidarsi, io non potrò esprimere il mio voto per il mio sindacato; ogni sindacato, per poter concorrere alla raccolta dei voti di preferenza, cercherà di forzare, e anche obbligare, lavoratori per niente interessati ad esercitare un ruolo sindacale a candidarsi lo stesso… Ecco spiegato come mai l’istituzione-RSU si sia nei fatti rivelata in molti casi un autentico fallimento.
Occorre riformare ab ovo la RSU, slegando la scelta dei rappresentanti sindacali di istituto dalla scelta, se possibile su liste provinciali, se non regionali o nazionali, dei sindacati per la rappresentatività.
Passiamo a temi di attualità: quali i limiti che Noi Scuola rileva nella recente riforma inserita nel PNRR? Quali sono le prospettive per la professione insegnante dopo questa riforma?
Spero che, passata la stagione dei Draghi, si smetta di affidare le sorti della scuola italiana agli economisti amici del premier e alla Fondazione Agnelli, e ci sia risparmiata la vergogna di un ministro prestanome che non decide niente di serio se non la propria umiliazione.
Contratto 2019/21 scaduto da 43 mesi, ormai tutto sembra essere rinviato all’autunno-inverno.
I sindacati chiedono un aumento più significativo rispetto ai fondi a disposizione e previsti da tre leggi di Bilancio ( 20/21/22) . Il Segretario della FGU ha chiesto in un comunicato addirittura 150 euro di aumento per firmare il CCNL 2019/21.
Intanto l’inflazione supera l’8% e secondo alcune stime in autunno arriverà al 10%.
Per gli aumenti e gli arretrati dovremo aspettare la legge di bilancio 2023 che sarà una legge elettorale nonché lacrime e sangue
Quali sono le sue valutazioni sul rinnovo di un contratto scaduto e che rischia ora di essere rinnovato non prima del febbraio 2023?
Condivido pienamente le prese di posizione espresse più volte negli ultimi mesi dal gruppo Fb Scuola Bene Comune, volte a ottenere quanto prima la chiusura del contratto 2019/21, anche con aumenti salariali limitati, per evitare il danno peggiore, già purtroppo altre volte verificato, di saltare totalmente questo triennio contrattuale, senza alcun recupero successivo.
Il suo è un sindacato che crede molto nella mobilitazione e nelle manifestazioni di piazza; a dir il vero oggi si registra una forte passività dei docenti, molto attivi sui social poco presenti in piazza . Come lo spiega?
Noi Scuola ha in programma ancora di manifestare prima della pausa estiva?
La passività e le divisioni dei docenti sono il frutto della frammentazione e conflittualità sindacale (e viceversa…). Dobbiamo assolutamente invertire questa spirale di rassegnazione protestataria inconcludente. A Firenze venerdì 15 luglio alle 10.30 manifesteremo davanti a USR Toscana per commemorare il secondo anniversario del concorso straordinario per la sola abilitazione di scuola secondaria DD 497/2020, aperto ai precari con tre anni di servizio, ma anche ai docenti di ruolo “ingabbiati” e delle paritarie: concorso che doveva avviarsi entro il 15 dicembre 2021 con l’abilitazione garantita senza altre prove dopo il superamento di uno scritto con 60 quesiti a risposta multipla (40 sulle competenze disciplinari e 20 sulle competenze didattoco-metodologiche). La nostra voce la faremo sentire da Firenze, sperando che anche da altre grandi città venga raccolto, proseguito e amplificato il nostro invito. Non era mai successo che un concorso, a cui si sono iscritti onerosamente decine di migliaia di docenti, sparisse nel nulla come un aereo nel triangolo delle Bermude… senza che il ministero – non dico l’inesistente ministro – ritenga neppure di produrre una circolare o una nota. Nella stessa manifestazione daremo voce alla protesta per la vergognosa situazione in cui sono costretti i docenti precari, per i quali non solo non si prevede in sede contrattuale di garantire il diritto alla tutela della malattia, ai permessi, allo stipendio estivo, alla carta docente e alla progressione di carriera, ma addirittura – notizia recente – non gli viene riconosciuto neppure il bonus di 200 € per attenuare gli effetti del carovita.
5 luglio 2022
Ecco tutti i testi per prepararsi al concorso straordinario 2022 della scuola
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