Gli studenti evidenziano segnali di disagio e la scuola non è in grado di dare risposte, è in crisi. La lettera di denuncia di un docente.
Ci sono studenti che si tagliano, che smettono di mangiare, che si chiudono in camera e non escono più. Li vediamo seduti a due banchi di distanza, ma sembrano lontani chilometri, come se fossero dietro un vetro che non riusciamo a sfiorare.
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È ora di dire la verità: da soli, non possiamo farcela. Per quanto empatici, sensibili e motivati, abbiamo bisogno di specialisti che siano sempre lì a sostenerci. Eppure, viviamo in un paese che ritiene superflua la presenza dello psicologo in ogni scuola, ma non quella di armi e attrezzature militari. Questo dimostra che al nostro paese non importa molto dei propri giovani.
È necessario scrivere forte che questi ragazzi non fanno finta e non sono vittime. I loro problemi non sono i problemi che tutti abbiamo avuto. Avere 15 anni oggi non è paragonabile ad avere avuto 15 anni nel 1993. Abbiamo bisogno di far capire loro che noi ci siamo davvero, con i fatti e non solo con le parole.
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È il momento di agire e di fare la differenza. Non possiamo più rimandare. Non possiamo permettere che questi ragazzi crescano in un mondo che non li supporta. Dobbiamo fare la nostra parte, e chiedere il supporto delle istituzioni e della comunità nel suo insieme. Solo così potremo costruire un futuro migliore e più sano per le generazioni future.
Luigi Z.
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