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La scuola è iniziata, ma i problemi sono gli stessi, ne abbiamo parlato con Libero Tassella

La scuola del 2022 è quella di sempre, piena di problemi

Qual ‘ lo stato dell’arte della scuola italiana dopo la “cura” Bianchi?

Tanti i problemi irrisolti, ne abbiamo parlato con Libero Tassella, ecco la nostra intervista.

La scuola è iniziata da un mese ed è già in emergenza, quali sono i problemi ancora irrisolti?

Si. In pratica si ripete lo stesso copione di ogni anno, docenti che mancano, problemi legati alla sicurezza, non occorre fare l’elenco lo riprendo nella risposta alla sua seconda domanda.
Ma pur essendoci questi problemi, l’amministrazione per il tramite di un Ministro ancora in carica per pochi giorni, si è trincerata in “un tutto a posto, tutto in ordine”.
Sappiamo invece che non è affatto così, lo sanno bene i docenti, il personale ATA, gli studenti e le loro famiglie.

Scuole poco sicure ed aule affollate

Orario ridotto, classi scoperte, alunni disabili senza insegnanti di sostegno, per il ricambio d’aria nelle aule siamo all’anno zero, per non parlare del famoso algoritmo e dei problemi che ha causato questa estate per l’assegnazione di oltre 150.000 supplenze al 30 giugno e al 31 agosto e su cui lo stesso MI recentemente ha dovuto riconoscerne i limiti cosa che però aveva negato ad agosto e così siamo arrivati all’assurdo che sui posti di sostegno sono stati nominati nelle province docenti senza titolo in presenza di docenti specializzati in contrasto con la 104 del 1992 o che docenti con minor punteggio hanno ottenuto una supplenza rispetto a quelli che li precedevano in graduatoria.

Quindi ancora un altro inizio all’insegna del caos come da tradizione consolidata, passano i Ministri ma purtroppo il Ministero e le strutture periferiche USR e AT non si smentiscono mai anche con l’utilizzo di sistemi informatici.

Ritardi all’utilizzo del PNRR

La corsa all’utilizzo delle risorse del PNRR sta facendo registrare qualche ritardo, a cosa è dovuto secondo lei e soprattutto come devono essere impiegate le risorse per migliorare realmente la scuola italiana?

Le risorse del PNRR devono essere impegnate nei tempi previsti per risolvere i problemi della scuola mai risolti di cui si accennava prima in quanto la scuola è stata sempre vista come una spesa da tagliare e non un investimento per il futuro del Paese e per le nuove generazioni.
Ma quanto è stato previsto dal MI o meglio al suo posto dalla Presidenza del Consiglio per la Scuola con il PNRR purtroppo è andato in tutt’altra direzione.

Scuola e precari

La scuola ha bisogno di stabilizzare gli organici in tempi rapidi per sostituire i 300.000 insegnanti che tra 5 anni andranno in pensione e invece si complica e di molto il reclutamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, si ha bisogno di rimotivare il personale docente e invece si crea la figura dell’insegnante esperto e la carriera dei docenti impostata sulla formazione incentivata per un 40% e sul fare altro dall’insegnamento, si ha bisogno di un organico stabile e di aumentare il tempo scuola soprattutto nel Sud del Paese e invece si rincorre il digitale a tutti i costi per fare un favore all’industria dell’informatica con la Scuola 4.0, si ha bisogno di rendere sicura l’aria che respirano gli alunni e gli insegnanti nelle aule per 9 mesi all’anno e invece si pensa a regalare soldi presi dalle tasche degli stessi docenti ai formatori, si ha bisogno di investimenti, non di tagli ma nemmeno di sprechi e si tagliano invece gli organici, si taglia la carta del docente ma si inventa un altro carrozzone clientelari da affiancare all’INVALSI e cioè la Scuola di Alta Formazione.
Si ha bisogno di ridurre i fenomeni degli abbandoni, della dispersione diretta e indiretta in modo strutturale, ad esempio riducendo il numero degli alunni nelle classi, si distribuiscono invece con criteri discutibili 500 milioni alle scuole.
Mi auguro che ci sia un’inversione di tendenza altrimenti quello del PNRR per la Scuola risulterà l’ ennesima occasione sprecata come sprecate sono state le risorse in occasione della pandemia Covid per comprare banchi inutili e quali a rotelle da parte della ex Ministra Lucia Azzolina e per istituire un organico Covid con supplenti temporanei spesso usati per esonerare gli Staff invece di stabilizzare docenti e ATA.

Docenti aggrediti ed episodi di bullismo in aumento

Nelle ultime settimane abbiamo registrato diverse aggressioni ai danni dei docenti, ma non solo sempre più alunni sono vittime di bullismo, come bisogna intervenire?

Bisogna semplicemente intervenire cosa che generalmente non si fa. Nelle scuole c’è troppo lassismo che sconfina con l’impunità e spesso si lascia correre per quieto vivere e per salvaguardare:” il buon nome della scuola”.
Recentemente gravi aggressioni sono venute agli onori della cronaca già in questo inizio d’anno scolastico, ma il fenomeno è molto diffuso nelle scuole e assistiamo a una sua ripresa con il ritorno della scuola in presenza.
Come SBC abbiamo fatto precise proposte per un intervento legislativo, che vanno dalla denuncia obbligatoria all’autorità giudiziaria da parte del docente aggredito e del dirigente scolastico della scuola, a visite ispettive per accertare se nella scuola ci siano stati altri episodi non denunciati, a tutele contrattuali per il docente aggredito in termine di assenze dopo l’aggressione e precedenza nella mobilità nonché di patrocinio gratuito nelle controversie da parte dell’Avvocatura dello Stato.

Che fine ha fatto il rinnovo del contratto?

Si legge tanto di rinnovo del contratto, ma di concreto non vi è ancora nulla; secondo lei come deve essere il nuovo contratto sia dal punto divista economiche che normativo?

Dal punto di vista economico non c’è trippa per gatti, il contratto bisogna chiuderlo subito con quello che c’è, i governi precedenti nella diciottesima legislatura sono stati molto avari, secondo me già si è atteso abbastanza, tuttavia le parti, con lo sblocco di ulteriori 300 milioni di euro, credo che appena si insedierà il nuovo Governo sottoscriveranno a novembre presso l’Aran il nuovo CCNL dopo ben tre anni di ritardo.
Importante che l’aumento di 50 euro netti in media e tutti gli arretrati dall’1.9.2019 arrivino quanto prima nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, per troppo tempo questi soldi sono restati nelle casse dello Stato a fronte di un rincaro del prezzo delle bollette e del carrello della spesa, un’inflazione che in Italia non si vedeva dal lontano 1983.
Intanto si deve prevedere già da subito la mobilitazione per il prossimo contratto di lavoro Gli insegnanti non possono avere aumenti legati all’inflazione programmata ma all’inflazione reale e si deve invertire la tendenza all’appiattimento retributivo che ha due gravi conseguenze: demotivare la categoria e non rendere appetibile questo lavoro, tra qualche anno in Italia si farà fatica a trovare insegnanti.
Ma per questo gli insegnanti e gli ATA devono cambiare il loro atteggiamento passivo e rinunciatario e capire l’importanza della mobilitazione e dello sciopero ora snobbato si pensi a quello del 30 maggio coatto il DL 36 e per il rinnovo del contratto a cui parteciparono solo 2 insegnanti su 10 nella consapevolezza che senza lotta non si ottiene nulla qualunque sia il Governo in carica. Se gli insegnanti hanno basse retribuzioni è anche colpa della loro inerzia, del loro scetticismo e della loro indifferenza.
Sulla parte normativa io credo che bisogna fare chiarezza sulla questione dei vincoli nella mobilità, essere molto attenti a non introdurre nuovi elementi di carriera che generano divisioni e competizioni tra docenti nelle scuole e vigilare sui provvedimenti disciplinari, ricordo che sul tavolo contrattuale c’è una proposta di attribuire ai DS la sospensione dal servizio fino a 10 giorni che va cestinata.

Quali sono i problemi da risolvere con immediatezza?

Fosse lei oggi il ministro dell’Istruzione, quali riforme porterebbe avanti con urgenza?

Le faccio un elenco consapevole che un ministro dell’Istruzione deve conoscere i problemi della scuola e deve ingaggiare un confronto serrato sia con il Mef sia con i poteri forti che hanno grossi interessi nella scuola non ultima Confindustria con l’onnipresente Gavosto.
Di seguito un elenco che certamente non è esaustivo.

1) Abolizione dei vincoli nella mobilità.

2) Semplificazione del sistema di reclutamento come previsto da SBC con la stabilizzazione degli organici.

3) Eliminazione dell’Invalsi.

4) Eliminazione degli impegni burocratici che gravano sugli insegnanti distraendoli dal loro lavoro primario, l’insegnamento.

5) Diminuzione degli alunni nelle classi.

6) Revisione della norma sulla dirigenza scolastica e sul reclutamento dei DS.

7) Istituire presso il MI una struttura dedicata all’ascolto delle problematiche di gruppi di docenti e ATA, i tecnocrati del MI hanno dato prova di conoscere poco la scuola reale.

8) Revisione del PNRR come è strutturato ora non serve e non risolve i veri problemi della scuola italiana come ho detto in precedenza.

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