La scuola è il pilastro dell’unità nazionale, va difesa dall’autonomia differenziata che rischia di aumentare le disuguaglianze tra Nord e Sud

La scuola è il pilastro su cui poggia l’unità del nostro Paese e non può essere soggetta all’autonomia differenziata che potrebbe aumentare le distanze tra Nord e Sud.

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Questo è quanto emerge da un importante discorso pronunciato nel 1950 da Piero Calamandrei, tra i fondatori del Partito d’Azione e membro dell’Assemblea costituente, che definiva la scuola un “organo costituzionale”. Un Paese con un sistema scolastico non unitario non può considerarsi uno Stato unitario.

Tuttavia proprio l’autonomia differenziata, approvata dal governo nonostante la retorica nazionalista, rischia di sbriciolare quell’unità nazionale a vantaggio delle sole regioni del Nord. Un Paese diviso e conflittuale che acuisce le disuguaglianze violate i principi costituzionali di solidarietà, non può dirsi sano.

I famigerati dati Invalsi confermano già oggi un’Italia spaccata, con le scuole del Centro-Nord che ottengono risultati migliori. Con l’autonomia differenziata il pericolo è quello di avere 20 sistemi scolastici diversi che andrebbero a riproporre le “gabbie salariali” riducendo le opportunità per i giovani del Sud.

La scuola dovrebbe essere al di sopra delle questioni politiche, unica garante di uguaglianza delle opportunità a prescindere dal luogo di nascita. Solo così potrà fungere da pilastro per l’unità culturale e l’idea futura del nostro Paese.

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