E’ da un po’ di tempo che provo a distogliere il pensiero dalla realtà scolastica in cui viviamo e a seguire semplicemente la mia strada. Ma ritorna prepotente a richiedere una spiegazione e la risoluzione di problemi sostanziali ancora irrisolti.
Sono una docente di lettere di un Istituto d’Istruzione Superiore di un piccolo paese al centro della Sicilia, che ama il suo lavoro e si reca ogni giorno a scuola con l’entusiasmo di chi si spera di vedere realizzata davanti ai suoi occhi la Scuola di cui tanto si parla.
Ma nulla, nessun cambiamento, nonostante i buoni propositi e innumerevoli disposizioni. Lo scenario che invece si trova davanti è quello di una farraginosa burocrazia di file e modelli da compilare che ingombrano e assorbono il tempo e le forze dei docenti.
La scuola delle competenze, di cui si parla nelle prime pagine dei giornali e siti web, dov’è?
Possibile che sia solo un’illusione o un sogno?
Possibile che si stia ancora a pensare solo alle nozioni, ai programmi da svolgere a tutti i costi e non ci si preoccupi invece di svecchiarli, di riformare radicalmente tutto ciò che è ormai obsoleto e pedante?
Possibile che si stia ancora a prediligere la STORIA DELLA LETTERATURA invece di fare LETTERATURA, di prendere le pagine di un romanzo e divorale con domande, quesiti, dubbi, analisi e interpretazioni?
La risposta: Non si può perdere così tanto tempo.
Perdere così tanto tempo?
Siamo oramai abituati a trattare la letteratura come se fosse una mera successione di eventi e di nomi, a categorizzare e bloccare a torto il pensiero degli autori in fasi e momenti..
Ma quali fasi, quali momenti? Il pensiero è fluido, libero da legami e costrizioni, libero da date e limiti temporali. Va avanti e poi torna indietro senza avvisarci. Succede anche a noi, perché non pensare che possa essere successo anche ai grandi scrittori e poeti del passato che studiamo?
Ci accontentiamo di sentire ripetere agli alunni quando un autore è nato o è morto, quando ha pubblicato un’opera e quando un’altra. Ma alla domanda:“ Qual è il suo stile? Che caratteristiche ha il lessico del suo romanzo? Quali tecniche narrative usa?
Scena muta la risposta
Inevitabile, perché invece di lavorare sulle competenze, si è lavorato solo sui contenuti.
Come si potranno acquisire delle competenze se si tratta semplicemente e solamente ciò che E’ STATO DETTO da altri su un autore o un altro, invece di DIRE la nostra; o ancora se si preferisce rimanere solo sul piano del sapere e non si sperimenta quello del saper fare?
Si modificano gli spazi scolastici, cambiano le metodologie e gli strumenti, ma se rimane la stessa impostazione di sempre, che si basa sulla quantità e il nozionismo dei contenuti piuttosto che sulla qualità o lo spirito critico, come si può parlare di scuola delle competenze?
Sono tutte belle parole che servono a riempire la bocca e basta, la realtà dei fatti è un’altra.
Prof. ssa A
Consigli ai nostri lettori
Approfitta dello sconto esclusivo riservato ai lettori di Informazione Scuola per superare il test preselettivo al TFA Sostegno, compila il modulo cliccando il link che segue
https://bit.ly/modulo-tfa-sostegno
InformazioneScuola grazie alla sua seria e puntuale informazione è stata selezionata dal servizio di Google News, per restare sempre aggiornati sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.
Seguiteci anche su Twitter