Speriamo che in questo gruppo sia chiaro che l’ammontare degli arretrati sul contratto 2019/2021 è esatto e corrispondente a tutte le leggi fiscali in vigore e che, inoltre, l’ammontare al netto è anche perfettamente corrispondente alle risorse disponibili già a dicembre 2021.
Sia anche chiaro che non è stato aggiunto un solo euro dai precedenti due governi e da questo Governo per incrementare quelle tre cifre invocate già nel 2018 (sbagliando perché significavano 100 euro lordi e non 300, una miseria che non corrisponde neanche alla metà dell’inflazione reale 2022) e ottenute in quella misura con riassorbimento dell’indennità di vacanza contrattuale 2019/21 (sbagliando almeno per il ritardo di un contratto triennale che doveva chiudersi nel 2021).
D’altronde docenti e ata non sono più avvezzi alla protesta che è visibile solo con la partecipazione agli scioperi ( il 17,5% è il massimo di partecipazione agli scioperi da sette anni) ma preferiscono lamentarsi sempre e solo nei social. Per chi segue questo gruppo il contratto e gli arretrati sono il frutto di quanto affermiamo da almeno un anno solare quando si doveva chiudere il contratto 2019/2021 per riaprire quello corrente che riguarda la triennalità 2022/2024.
Gli arretrati, esattamente erogati nella misura legale quanto a trattenute, per tassazione separata, tredicesima con aliquota massima, scaglioni di reddito in vigore che nessuno ha cambiato e che riguardano tutti i dipendenti pubblici e privati, gradualità degli aumenti più bassi dal 2019 fino all’aumento più alto a regime a fine 2021 (pensionati di quel periodo penalizzati). E poi ci sono anche trattenute buone sugli stipendi che sono i contributi previdenziali che serviranno a formare la pensione, anche queste incidono nel lordo.
Negli altri gruppi scuola (tranne che nel nostro e in quello di Libero Tassella), purtroppo, spopolano post e commenti di una categoria di docenti che non sa nulla di contratto, fisco e trattenute quando su questi punti non c’è stato da parte di nessun Governo una virgola cambiata da vent’anni, a parte uno sconto in divenire sul cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti del 2% che risale a Draghi, anche questo lordo che corrisponde a una decina di euro netti in più sugli stipendi mensili che superano al lordo i 25.000 euro annui e questo non riguarda solo la scuola ma tutti. Più che parlare di arretrati servirebbe che la categoria dei docenti imparasse almeno a leggere il cedolino degli stipendi per partecipare alla vita pubblica e quindi nella politica e nel sindacato, l’ABC.
Più che parlare di arretrati servirebbe un minimo di memoria storica di come si è arrivati a questo contratto dopo l’ultimo che è stato quello 2016/2018 altrettanto misero e dopo 13 anni di stipendi fermi. Se è troppo sforzo pensare al 2011 con il blocco di Monti, persino degli scatti di anzianità, parzialmente risolto fino al 2012 lasciando fuori il 2013, limitiamoci agli ultimi quattro anni e, dopo la delusione del contratto 2016/2018, il primo consistente stanziamento pubblico per il contratto 2019/2021 che avrebbe dovuto ripetersi nelle leggi di stabilità successive, si arriva al Conte2 con Ministro Istruzione un tale Fioramonti del M5S che si dimette proprio perchè il suo Presidente del Consiglio Conte del M5S (Conte2) e anche il suo stesso movimento gli nega un aumento di risorse per pagare di più docenti e ata, si arriva alla Azzolina, stesso movimento e stesso Presidente del Consiglio che non mette più nemmeno un euro sul contratto 2019/2021 da rinnovare e siamo nel 2020, le leggi finanzarie 2020, 2021 con Ministro Bianchi e, come abbiamo visto, anche 2022 non aggiungono un solo euro alle somme già stanziate precedentemente, intorno a tre miliardi di euro.
Da gennaio 2022, quando queste somme avrebbero dovuto essere erogate nelle tasche dei dipendenti scuola, solo chiacchiere diversive e un fondo da 300 milioni di euro pensato per pochi “meritevoli” (la valorizzazione) entra nel contratto per tutti (12 euro netti a testa mensili) con ambigua aggiunta di altri 100 milioni di euro che invece, grazie a Valditara, non entrano più nel contratto ma diventano 150 e si spenderanno per tutor atti a consigliare ai poveri di andare al professionale e ai ricchi di scegliere il liceo classico. Da gennaio si dovrebbe riprendere un discorso, che è già in ritardo di un anno, il contratto triennale 2022/2024. Ma come si fa se la categoria dei docenti non conosce nulla di stipendi, diritti e di come funziona lo Stato, la politica, il sindacato?
E’ più probabile che nel 2025 avrà lo stesso trattamento di arretrati miserevoli per il 2022/2024, altro che stipendi europei e stesso trattamento economico dei laureati nella pubblica amministrazione italiana. Avranno quel che meritano.
Salvatore Salerno Scuola& Politica
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