Abilitarsi all’estero conviene, lo dimostra la nuova tabella valutazione titoli
Le battaglie di alcune sigle sindacali verso chi organizza i costosi viaggi della speranza all’estero per conseguire l’abilitazione è stata vana. Il MIUR paradossalmente li premia. La conferma è nella nuova tabella valutazione titoli allegata al DM 374 del 1° giugno scorso che riapre le graduatorie di istituto. I titoli conseguiti all’Estero danno, al pari di quelli conseguiti secondo i percorsi italiani, lo stesso punteggio. Il MIUR è stato “costretto” ad adeguare la tabella per evitare una procedura di infrazione da parte dell’UE. I precari italiani stanno vivendo tale novità con frustrazione, ricordiamo che molti precari con qualche migliaio di Euro e con qualche settimana di corso hanno conseguito la specializzazione sul sostegno e l’abilitazione all’insegnamento, contro i corsi biennali e le varie SIS, TFA e PAS italiani.
Con i precari si guadagna ancora
In passato il M5S con l’on. Chimienti aveva presentato anche un‘interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al ministro dell’Istruzione circa le scorciatoie dei precari, bastano – secondo l’onorevole pentastellato – 10 mila Euro e 5 giorni e in Romania si diventa insegnanti di sostegno. A nulla sono servite le battaglie di alcuni sindacati di base e nemmeno il nuovo reclutamento varato con la legge 107/2015, il fenomeno – scrive anche ItaliaOggi – “il fenomeno ha raggiunto proporzioni tali dal determinare la nascita e il prosperare di vere e proprie agenzie finalizzate a organizzare questo genere di «viaggi della speranza»”. Insomma, quello dei precari rimane ancora un mercato florido, fra corsi per acquisire punteggi, fra abilitazioni, specializzazioni organizzate all’estero, fra ricorsi ecc. il precario resta sempre una buona fonte di guadagno.