Libero Tassella è da sempre attivo in difesa della Scuola e dei docenti, ex sindacalista e spesso critico verso i sindacati, attivo sui social e autore in diversi portali compreso il nostro, a lui chiediamo qual è lo stato dell’arte della scuola italiana?
La situazione della Scuola italiana è molto critica, ci troviamo in una situazione di transizione di cui purtroppo non ci rendiamo conto.Quali saranno le conseguenze della riforma relativa all’autonomia differenziata? Del decremento demografico e della crescente immigrazione? Della razionalizzazione della rete scolastica con la creazione di mega scuole con più sedi staccate, succursali e con scuole di ordini e gradi diversi? Della scomparsa delle scuole di prossimità nei territori interni? Delll’utilizzo sempre più diffuso del digitale? Del nuovo reclutamento previsto dal PNRR? Del progressivo impoverimento degli insegnanti italiani sempre più passivi e refrattari a ogni forma di lotta?
Io credo, ad esempio, parlando del solo del reclutamento che tra dieci anni, allorquando 500.000 insegnanti oggi in servizio andranno in pensione ( gli insegnanti italiani sono i più anziani in Europa) al Nord ma questa volta anche al Sud e nelle Isole si farà fatica a trovare giovani che siano disposti a fare gli insegnanti ( questo già accade in USA e in Germania) e cioè a svolgere un lavoro mal pagato, senza alcuna considerazione sociale e per di più pericoloso per gli episodi di violenza che hanno luogo nelle scuole di ogni ordine e grado da parte di genitori e studenti e su cui non si è trovata ancora una soluzione efficace.
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Dove sta fallendo questo governo e in particolare il Ministro Valditara?
Vedi a me sembra che questo governo al pari degli altri abbia la vista corta e cioè non abbia una visione di carattere generale sul momento di transizione della scuola che si avvia sempre più ad essere la scuola del Mercato e sempre meno la Scuola dello Stato, assistiamo ad una sorta di dismissione della scuola Statale che favorirà il sorgere di scuole private di eccellenza, peraltro ci avviamo ad una scuola differenziata in termini di quantità e di qualità dell’ offerta formativa.
La formazione dipenderà da dove si nasce ( autonomia differenziata) e dalla ricchezza economica e culturale della famiglia. Stiamo tornando a una scuola classista e localista che deve confermare le differenze economiche e sociali.
Questa è una scuola che ha un forte tasso di dispersione diretta e , promuovendo tutti, soprattutto indiretta nonché un significativo abbandono, orbene la soluzione a questo non possono essere i tutor e gli orientatori del Ministro Valditara che non sanno ancora cosa fare, bensì interventi strutturali basati su organici potenziati, incentivati e qualificati e strutture all’avanguardia nelle zone a rischio socio-cilturale.
Non possiamo risolvere il problema dell’integrazione dei ragazzi stranieri come pensa il Ministro Valditara e il suo partito con la quote del 20% di stranieri per classe, ma bisogna provvedere a un’integrazione linguistica iniziale con lo studio dell’italiano, utilizzando mediatori culturali e insegnanti formati per questo.
Forse a molti non è chiaro: ci avviamo verso una società multietnica e senza gli stranieri molte scuole già avrebbero chiuso i battenti.
Dove invece sta facendo bene?
I soldi del PNRR li stanno spendendo bene?
Io credo che le scuole innanzitutto vadano rese sicure in un territorio come il nostro che presenta varie criticità di carattere geologico ( terremoto, frane, alluvioni) si è voluta scegliere invece la strada dell’informatizzazione a fronte della stabizzazione del personale.
Stipulare a settembre oltre 250.000 contratti a tempo determinato è a mio avviso semplicemente scandaloso, ciò fa perdere ogni significato alla continuità mentre si cerca di giustificare i vincoli nella mobilità proprio con la continuità. Come è possibile tenere separati gli organici di diritto e di fatto e non pensare a organici pluriennali?
Ci sono purtroppo chiari segnali ( mancata assunzione su sostegno da GPS di prima fascia per il 24/25) che il precariato resterà per molti anni ancora un elemento strutturale per colmare i vuoti di organico ad inizio anno scolastico.
Vorrei infine ricordare che la Scuola 4.0 , voluta dal governo Draghi a cui progressivamente seguiranno le altre, 5.0, 6.0 ecc.. rischia di modificare radicalmente la figura stessa dell’insegnante come ogni lo conosciamo e l’ abbiamo conosciuto.
L’insegnante dovrà far girare i programmi nei computer e saper organizzare l’istruzione programmata, curare la socializzazione e garantire l’ordine e la disciplina , insomma, un po’ bidello, un po’ tecnico di laboratorio, un po’ psicologo e animatore ovvero coreografo come ha avuto modo di dire la Presidente dell’ INDIRE.
Va da sé che ogni libertà d’insegnamento in siffatta scuola non avrà ragion d’essere.
Perchè una pagina facebook come la tua ha deciso di scendere in campo e candidarsi al CSPI?
Perché la nostra pagina come sanno i lettori della vostra rivista che gentilmente mi ospita quotidianamente, oltre a essere una pagina di informazione e consulenza, è anche una pagina di controinformazione e di proposte concrete, quindi una pagina con una linea politica e volevamo dare ai docenti e agli ATA, sempre più restii alla lotta, uno strumento qual è il voto per esprimere dissenso nei confronti delle attuali politiche governative e sindacali.
Voglio precisare che non siamo contro i sindacati di categoria , ad esempio, abbiamo apprezzato la Uil Rua che non ha firmato l’ultimo Contratto della Scuola per le ragioni ben esplicitate dal segretario Giuseppe D’Aprile e siamo stati favorevoli, appoggiandolo, allo sciopero indetto da Flc Cgil e Uil Scuola Rua contro l’autonomia differenziata e per il contratto.
Siamo critici verso i sindacati quando è necessario esserlo non facendo sconti a nessuno, ma non possiamo non costatare come i sindacati siano egemonizzati dai loro stessi apparati e abbiano una crisi di consenso politico che si esprime nella non partecipazione alla mobilitazione, alla lotta e allo sciopero. La categoria è iscritta in modo significativo ai sindacati ma per ragioni essenzialmente pratiche e cioè per la consulenza e il contenzioso con i DS.
Noi pensiamo che i Sindacati oltre a recuperare il rapporto con la base debbano statutariamente non iscrivere i Dirigenti Scolastici , visto che oggi i DS con l’autonomia scolastica al pari dei funzionari dell’USR o del MIM costituiscono la controparte dei docenti e degli ATA, come accade da anni nella contrattazione di Istituto. I DS non sono nel contratto dei lavoratori della scuola quindi non vedo perché debbano essere rappresentati dagli stessi sindacati che rappresentano i docenti.
Quale contributo porterete?
Vedi, questa è un’elezione che avrà a differenza di quella delle RSU un forte tasso di assenteismo, peraltro bisognerà recarsi in una scuola segnalata dall’USR per votare. Quindi i sindacati faranno leva sul loro appartato territoriale e sulle RSU e attraverso di esse cercare di far votare una parte del personale docente e ATA.
Noi possiamo solo utilizzare I social e in primis la nostra pagina Facebook SBC per offrire ai docenti e agli ATA un’opportunità di sostituire il lamento con un’azione di protesta, un no che da molto tempo non si sente provenire dai lavoratori della scuola.
Ringrazio Noi Scuola e Valerio Cai e i candidati della lista che si sono messi in gioco.
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