In un gruppo di docenti di sostegno su Facebook, un insegnante del Sud neo-immesso in ruolo al Nord tramite Call Veloce si sfoga denunciando la presunta “accoglienza” e “inclusione” di “certe” scuole e di “certi” insegnanti che si definiscono inclusivi. Non tutte le scuole sono così, per fortuna e non tutti i docenti sono così esclusivi, ma abbiamo voluto dare visibilità allo sfogo riscrivendo interamente il commento affidato a Facebook che comunque riportiamo consci che quella di questo docente non è l’unica esperienza negativa.
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Sono un insegnante neo-assunto tramite call veloce al Nord. Sin dai primi giorni ho avuto la sensazione di non essere accettato dai colleghi.
Mi è stato detto chiaramente che “mi stanno studiando” perché vengo dal Sud e non ho esperienza, come se gli anni di insegnamento in realtà difficili non contassero.
Mi sono sentito emarginato, evitato. Nessuno mi saluta e mi fanno capire di essere considerato diverso.
Mi vergogno ad ammetterlo, ma a volte mi sono sentito inadeguato e a disagio. Soprattutto perché ho sempre creduto nell’inclusione e nel valore dell’integrazione.
Invece il pregiudizio verso chi viene da altre zone d’Italia è ancora forte. Nessuno dei colleghi più esperti si è preoccupato di farmi sentire accettato.
Ho sempre sperato di trovare un ambiente di lavoro sereno e collaborativo. Invece mi ritrovo solo e demoralizzato, senza alcun aiuto nonostante il ruolo ottenuto tramite procedure nazionali.
Questa non è certo l’inclusione di cui si parla nella scuola. Mi auguro che un giorno gli atteggiamenti possano cambiare per il bene di tutti.
Un docente di sostegno “anonimo”
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