Alla lettera della professoressa Sirchia pubblicata sulle nostre pagine, che trovate linkata qui di seguito, ne è seguito un animato dibattito, sia sulla nostra pagina Facebook (invitiamo tutti a seguirla) sia tramite commenti inviati alla nostra casella di posta elettronica di Redazione.
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Proprio dagli interventi ricevuti ne abbiamo estratti due, quello di Aniello, che scrive: “Finché le regole del gioco vigenti nella Scuola pubblica Italiana sono queste, oltre al fondo non ci resterà che scavare. La Scuola pubblica è diventata asimmetrica, spostata più dalla parte dei genitori e alunni che da parte dei Docenti, burocrazia asfissiante, molta burocrazia incentrata sulla prevenzione di eventuali ricorsi. Categoria indebolita anche da un “dividi et impera” di romana memoria”.
E’ intervenuta anche Milena, insegnante in pensione che scrive: “Sono un’insegnante della scuola primaria in pensione da 13 anni con attività svolta di ben 41 anni. Approvo tutto ciò che è stato detto ed io ho un ricordo bellissimo della mia esperienza lavorativa, devo però notare che alcuni scelgono questo lavoro solo per opportunità e non reggono alle pressioni che avete giustamente rilevato. Bisognerebbe rilevare spesso la delicatezza di questo lavoro, che è solo una missione e lascia tanto appagamento personale, ma pochi soldi, per cui…la scelta di questo indirizzo di studi dovrebbe essere ben meditata. Un saluto”
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