Il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo del 18/05/2022 concernente la mobilità del personale docente, educativo ed ATA per gli anni scolastici relativi al triennio 2022-23, 2023-24 e 2024-25, nel fare riferimento alla compilazione delle graduatorie dei soprannumerari da parte delle singole scuole, alla nota 1) dell’art. 21, cita testualmente: “Tali graduatorie dovranno contenere, oltre il punteggio complessivo, i punti analitici (servizio, famiglia e titoli), che dovranno essere inclusi nel rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali.”
Come sempre accade quando il tutto lasciato viene alla libera interpretazione anche qui la definizione per “punteggi analitici” ognuno la interpreta a modo proprio, visto che non esiste un modello unico di graduatoria a cui fare riferimento. Per cui ci sono scuole che per quanto riguarda il servizio, le esigenze di famiglia ei titoli scinde ogni singola voce facendo riferimento ad ogni punto specifico riportato nella scheda di valutazione compilate dai docenti. Altre invece che riportano solo il totale dei punteggi relativi al servizio, alle esigenze di famiglia, ed ai titoli oltre, ovviamente, quello finale ovvero la somma dei tre totali. Ora, se partiamo dall’assunto che la trasparenza non è mai troppa, è evidente a tutti che il primo metodo è di gran lunga molto più trasparente del secondo.
Allora perché tante scuole ancora preferiscono scegliere la seconda strada pur sapendo che una siffatta graduatoria è poco decifrabile? Si potrebbe pensare per non aggravare il carico di lavoro ma purtroppo le note scolastiche sono piene di errori dovuti a errate valutazioni e/o dichiarazioni non sempre fatte in buona fede. Proprio per fugare qualsiasi dubbio ogni scuola dovrebbe mettere in atto tutte quelle strategie e occasioni di controllo, anche da parte di terzi.
Non c’è da stupirsi quindi se in tante scuole, dopo la pubblicazione delle graduatorie interne dei soprannumerari fatte con i soli totali, molti docenti si chiedono come mai la collega, che aveva l’anno prima solo 48 punti per il servizio ora se ne ritrova 70. Per questi docenti è difficile capirlo e anche se esiste l’accesso motivato agli atti, tanti ritengono “compromettente” andare a sindacare in segreteria anche se, caso mai, sono essi stessi a rimetterci.
Una scuola che vuole essere veramente trasparente dovrebbe pubblicare una graduatoria la più analitica possibile, ovviamente nel rispetto della privacy. Diversamente qualche dubbio legittimo viene a chiunque.
In attesa che il Ministero si decida, una volta per tutte, a normalizzare un modello di graduatoria a cui tutte le scuole dovranno fare riferimento, noi per il momento ci limitiamo a suggerire quelle pubblicate da Pino Durante, reperibili al seguente link, anche se in rete è possibile trovarne altre analoghe:
Angelo Pepe
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