Inizialmente ha militato nella Gilda degli insegnanti, successivamente ha contribuito alla fondazione del sindacato di base NOI SCUOLA .
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“Credo fermamente che il sindacato,” afferma Giovanna Testa, “debba essere uno strumento al servizio dei lavoratori, per dare voce a chi spesso non ne ha e per costruire un futuro migliore per tutti.
Si presenta come candidata di Noi Scuola Bene Comune per le Elezioni del CSPI del prossimo 7 maggio nella lista della scuola primaria.
Perché i lavoratori della scuola dovrebbero votare la lista Noi Scuola Bene Comune?
Molto semplice: NOI SCUOLA BENE COMUNE è l’unica lista che non scenderà a compromessi con i poteri forti. Siamo l’unica voce che si batterà contro il clima di accentramento e burocrazia che soffoca la nostra professione. Del resto noi non facciamo sindacato per professione, con distacchi e incentivi economici: i candidati della lista Noi Scuola Bene Comune sono persone che lavorano nella scuola e che conoscono i problemi della categoria dalla propria esperienza. Sono persone che si battono con passione per la scuola statale e per i diritti dei lavoratori.
Quindi votare Noi Scuola Bene Comune è un modo per manifestare il proprio dissenso contro i tagli, le politiche governative e l’immobilismo dei grandi sindacati. È un modo per dire che vogliamo una scuola migliore.
Quali sono state le battaglie di Noi Scuola a favore della scuola, dell’istruzione e dei lavoratori?
Tra le battaglie più recenti portate avanti da NOI SCUOLA troviamo:
Richiesta del diritto al ruolo dopo tre anni di servizio: Questa è una battaglia fondamentale per stabilizzare il precariato nel mondo della scuola e per dare ai docenti un futuro certo. Noi Scuola chiede anche che vengano chiamati i supplenti tutte le volte che è necessario per garantire nell’intero orario scolastico l’effettivo diritto allo studio degli alunni.
Richiesta di uno stipendio più dignitoso: Gli stipendi dei lavoratori della scuola sono fermi da anni e non sono più adeguati al cresciuto costo della vita. Noi Scuola si batte per un aumento significativo degli stipendi di tutti i lavoratori della scuola, più consistente per i docenti neoassunti.
Richiesta di dirigenti rispettosi della legalità e dell’autonomia professionale dei docenti. Noi Scuola si batte per un modello di dirigenza democratico e partecipativo, che valorizzi il ruolo dei docenti e del personale ATA.
Oltre a queste battaglie, Noi Scuola chiede:
Riduzione del carico di lavoro dei docenti: La burocrazia e i troppi adempimenti burocratici sottraggono tempo prezioso all’insegnamento. Noi Scuola si batte per una riduzione del carico di lavoro dei docenti, in modo che possano dedicare più tempo agli studenti.
Maggiori risorse per la scuola: La scuola pubblica ha bisogno di più risorse, a partire da quelle necessarie a ridurre il numero degli alunni per classe, per funzionare al meglio. Noi Scuola si batte per un aumento degli investimenti nella scuola, per garantire a tutti gli studenti il diritto a un’istruzione di qualità.
Quali sono, secondo lei, le principali sfide che oggi i Sindacati della scuola confederale e autonomo dovrebbero affrontare in questo momento storico di crisi della Scuola italiana?
La scuola italiana si trova in un momento di profonda crisi, caratterizzata da una serie di problemi che richiedono un impegno serio e concreto da parte di tutti gli attori coinvolti, dai sindacati ai docenti, dagli studenti alle famiglie.
Le principali sfide che i sindacati della scuola, sia confederali che autonomi, devono affrontare in questo momento storico sono:
1. Contrastare i tagli alla scuola: Negli ultimi anni la scuola italiana ha subito tagli che hanno portato a una riduzione dei servizi, a un aumento del carico di lavoro per i docenti e a una precarizzazione del lavoro. I sindacati devono mobilitarsi per contrastare questi tagli e per difendere il diritto all’istruzione di tutti gli studenti.
2. Valorizzare il lavoro dei docenti: I docenti sono il cuore della scuola italiana, ma il loro lavoro è spesso sottovalutato e sottopagato. I sindacati devono battersi per valorizzare il lavoro dei docenti e per migliorare le loro condizioni di lavoro.
3. Contrastare la precarietà: Il precariato è un problema serio che colpisce migliaia di docenti in Italia. I sindacati devono battersi per superare il precariato e per garantire a tutti i docenti un lavoro stabile e dignitoso.
4. Riconnettersi con la base: Negli ultimi anni si è assistito a una crescente disaffezione dei lavoratori della scuola nei confronti dei sindacati. I sindacati devono riconnettersi con la base e dimostrare di essere in grado di rappresentare e tutelare i loro interessi.
5. Rinnovare la classe dirigente: I sindacati della scuola hanno bisogno di rinnovare la loro classe dirigente con persone nuove e motivate che siano in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro.
Queste sono solo alcune delle principali sfide che i sindacati della scuola devono affrontare in questo momento storico. Affrontare queste sfide non sarà facile, ma è necessario per costruire una scuola italiana migliore, per noi e per le future generazioni.
Come vedere il futuro dell’istruzione in Italia, considerando le recenti riforme, le prospettive e le sfide globali?
Il futuro dell’istruzione in Italia è incerto e pieno di sfide, ma anche di opportunità. Le recenti riforme, le prospettive globali e i cambiamenti socio-economici avranno un impatto significativo sul modo in cui l’istruzione viene erogata e vissuta in Italia.
La recente crisi economica ha portato ad una riduzione delle risorse per l’istruzione, con conseguenze negative sulla qualità dei servizi scolastici, sul numero di docenti e sulla disponibilità di infrastrutture adeguate.
Inoltre in Italia il tasso di dispersione scolastica è ancora troppo alto, soprattutto tra gli studenti provenienti da famiglie svantaggiate.
Infine bisognerà tenere conto del fatto che il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e richiede sempre più competenze specialistiche. Il sistema scolastico italiano non è ancora in grado di formare gli studenti in modo adeguato alle esigenze del mercato del lavoro. Come purtroppo non è in grado di formare cittadini consapevoli e attivi.
Questo problema sarà acuito dal fatto che negli anni a venire, molti docenti andranno in pensione e dovranno essere sostituiti. Sarà quindi necessario attrarre e formare nuovi docenti di qualità.
Il futuro dell’istruzione in Italia dipenderà da come il Paese sarà in grado di affrontare queste sfide e cogliere le opportunità.
Credo sia indispensabile che si instauri una maggiore apertura e comunicazione della scuola con la società.
La scuola dovrà collaborare sempre di più con il mondo del lavoro per formare gli studenti in modo adeguato alle esigenze del mercato del lavoro.
Inoltre l’istruzione italiana diventerà sempre più internazionale, con un maggior numero di studenti e docenti che parteciperanno a programmi di mobilità internazionale.
In conclusione direi che il futuro dell’istruzione in Italia è pieno di incertezze, ma anche di grandi potenzialità. Se il Paese sarà in grado di affrontare le sfide e cogliere le opportunità, l’istruzione italiana potrà diventare un punto di forza per lo sviluppo economico-sociale e per la crescita democratica del Paese.
È importante avviare un dibattito costruttivo tra tutti gli attori coinvolti, dai docenti agli studenti, dalle famiglie alle imprese, al governo, affinchè collaborino per costruire un futuro migliore per l’istruzione in Italia.
Quali strategie i Sindacati della scuola dovrebbero adottare per sostenere i diritti e le esigenze dei lavoratori del settore?
Riconnettersi con la base: I sindacati devono riconnettersi con i lavoratori della scuola comprendendone esigenze e preoccupazioni e coinvolgendoli nelle decisioni.
Promuovere la solidarietà tra i lavoratori: I sindacati devono promuovere la solidarietà tra i lavoratori della scuola, incoraggiandoli a sostenersi a vicenda e a lottare per i loro diritti collettivi. Questo può essere fatto invertendo radicalmente le politiche attuali, che producono sempre più nuove e ingiustificate divisioni, frammentazioni e potenziali conflittualità.
Collaborazione tra sindacati: I sindacati della scuola dovrebbero collaborare per promuovere i diritti dei lavoratori del settore. Questa collaborazione può aumentare la forza dei sindacati e rendere più efficace la loro azione.
Usare i social media: I sindacati dovrebbero utilizzare i social media per raggiungere un pubblico più ampio e per sensibilizzare sui problemi dei lavoratori della scuola. I social media possono essere utilizzati anche per mobilitare i lavoratori e per organizzare azioni di protesta.
Usare il potere dello sciopero: Lo sciopero è uno strumento potente che i sindacati possono utilizzare per difendere i diritti dei lavoratori. Tuttavia, gli scioperi devono essere usati in modo strategico e solo dopo aver esaurito tutte le altre opzioni. I sindacati devono garantire che gli scioperi siano ben organizzati e che abbiano un ampio sostegno da parte dei lavoratori.
Può parlare di una sua esperienza particolarmente significativa o di un successo del suo Sindacato Noi Scuola, molto presente a Firenze e in Toscana, nella difesa dei lavoratori della scuola?
Tra le numerose battaglie da me condivise, prima come sindacalista della Gilda, e dal 2012 di NOI SCUOLA (il sindacato di base della scuola fondato dallo stesso gruppo dirigente fuoruscito dalla Gilda di Firenze) una delle più significative e di successo è stata senza dubbio la manifestazione che abbiamo realizzato il 15 settembre 2010 contro il ministro Gelmini.
L’idea era quella di coinvolgere tutte le sigle sindacali presenti a Firenze e di organizzare un evento di grande impatto che si svolgesse proprio il primo giorno di scuola, quando l’attenzione di tutti è rivolta al mondo dell’istruzione.
La scelta ricadde su un’assemblea sindacale, un’iniziativa che, pur rientrando nelle ore lavorative e quindi non comportando perdite salariali per i lavoratori, avrebbe avuto un effetto dirompente: le scuole di Firenze sarebbero rimaste chiuse.
L’operazione fu un successo clamoroso: salvo la UIL, tutti i sindacati aderirono con convinzione, parteciparono 5000 lavoratori, la maggior parte degli istituti scolastici fiorentini rimasero effettivamente chiusi. La città si svegliò con un panorama scolastico inaspettato, e l’impatto mediatico fu enorme.
Un altro bel successo fu il corteo del 17 novembre 2012 contro il provvedimento del ministro Profumo che aumentava l’orario di lavoro dei docenti. L’iniziativa, organizzata dalla Rete delle Scuole Fiorentine (coordinamento promosso da NOI SCUOLA e Cobas), vide sfilare per il centro di Firenze un migliaio di manifestanti, tra i quali numerosi militanti e dirigenti CGIL dietro l’auto con altoparlante guidata dal mio collega Valerio Cai. Anche grazie a questa clamorosa iniziativa Profumo dovette fare marcia indietro.
NOI SCUOLA si è fatta promotrice nel 2016, in collaborazione col gruppo CDP, di numerosi cortei-cacerolazi per il centro di Firenze, con un consistente numero di manifestanti, per chiedere la stabilizzazione dei docenti precari abilitati con TFA o PAS, oltre a quelli di Infanzia e Primaria, contribuendo così a ottenere il bando dei concorsi non selettivi del 2018, che hanno stabilizzato decine di migliaia di docenti.
Questa fondamentale battaglia per la stabilizzazione dei precari è stata forzatamente interrotta dal triennio del covid, consentendo alla ministra Azzolina di inaugurare la stagione dei concorsi, proseguita e incrementata da Bianchi e Valditara.
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