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Intervista a Monica Marmugi candidata ATA nelle liste Noi Scuola Bene Comune

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Monica cosa l’ha spinta a candidarsi nella lista di noi Scuola Bene Comune?

La motivazione principale che mi ha spinta a candidarmi è quella di portare la voce e l’esperienza  del personale ATA al tavolo delle decisioni. Ho infatti l’impressione che, spesso, il nostro ruolo non sia adeguatamente considerato e che le nostre competenze non vengano valorizzate a pieno.

Quali sono i problemi che un collaboratore scolastico si trova ad affrontare ogni giorno?

La figura del Collaboratore Scolastico (ATA) rappresenta un pilastro fondamentale all’interno del sistema scolastico italiano. Tuttavia, nonostante il ruolo cruciale ricoperto, gli Ata si trovano a fronteggiare una serie di criticità che rischiano di compromettere il corretto svolgimento delle loro mansioni e, di conseguenza, l’intero sistema educativo.

Uno dei problemi più pressanti è l’organico insufficiente. Il numero di Ata non è adeguato alle reali esigenze delle scuole, con un evidente gap tra personale in servizio e fabbisogno effettivo. Tale carenza si traduce in carichi di lavoro eccessivi per gli Ata già in servizio, costretti a sopperire alle mancanze con turni massacranti e straordinari non sempre riconosciuti.

L’emergenza raggiunge il suo apice quando si rende necessario sostituire il personale assente. I tempi di attesa per la nomina dei supplenti, che spesso si protraggono per i fatidici 7 giorni, lasciano le scuole prive del personale necessario, con ripercussioni negative sull’organizzazione scolastica e sulla qualità del servizio offerto agli studenti. A fronte di un lavoro sempre più oneroso e di responsabilità sempre maggiori, gli stipendi degli Ata risultano inadeguati al costo della vita, soprattutto se confrontati con quelli di altre figure professionali con mansioni simili.

Inoltre, la professione del Collaboratore Scolastico è spesso sottovalutata e non adeguatamente riconosciuta. Le mansioni degli Ata, che si estendono ben oltre le pulizie interne, includono compiti fondamentali come l’accoglienza degli alunni, la sorveglianza delle classi in caso di assenza momentanea del docente e la collaborazione nella gestione della sicurezza dei locali scolastici.

Eppure, nonostante il contributo essenziale al buon funzionamento della scuola, gli Ata si ritrovano spesso relegati a ruoli marginali, oggetto di svalutazione e persino derisione.

Quali sarebbero i rimedi da adottare per un lavoro che si fa sempre più oneroso e pagato sempre peggio?

È tempo di dare voce agli Ata e di riconoscere il loro valore inestimabile per il sistema scolastico italiano. È necessario investire in un aumento del personale, in una formazione continua e qualificata e in una revisione degli stipendi che li renda più congrui alle responsabilità e al lavoro svolto.

Solo valorizzando il ruolo degli Ata e garantendo loro condizioni di lavoro dignitose e adeguatamente retribuite sarà possibile assicurare un servizio scolastico di qualità per tutti gli studenti.

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