HomeComunicato StampaInsegnanti di sostegno con titolo Estero: la battaglia per il lavoro continua

Insegnanti di sostegno con titolo Estero: la battaglia per il lavoro continua

Migliaia di Specializzati UE a Rischio Licenziamento: Il Comitato "Una Voce per il TFA Estero" alza la voce contro le discriminazioni

Il tempo stringe per migliaia di insegnanti di sostegno con titolo estero, ora a rischio di licenziamento a causa di una serie di rigetti e prerigetti emessi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). Il Comitato “Una Voce per il TFA Estero”, attraverso il suo portavoce, Dr. Giuseppe Laterza, lancia un grido d’allarme rivolto al Ministro Valditara e al mondo politico italiano, denunciando una situazione paradossale che colpisce chi, pur in possesso di una qualifica acquisita regolarmente in un altro paese dell’Unione Europea, rischiando di perdere il lavoro.

Questi insegnanti, che da anni lavorano nelle scuole italiane per colmare la carenza cronica di docenti di sostegno, soprattutto nel Nord Italia, vedono minacciata la loro stabilità economica e familiare. Il problema è reso ancora più drammatico dal fatto che, mentre il Ministero promuove nuovi percorsi formativi gestiti dall’Istituto “Indire”, i titoli di questi professionisti rischiano di non essere riconosciuti, con conseguenze devastanti per le loro famiglie.

“Non basta proporre percorsi come quelli di Indire”, afferma il Dott. Laterza, “quando nelle more del processo di riconoscimento ci troviamo già senza lavoro. Il rischio è che molti insegnanti perdono il proprio impiego e la loro dignità, subendo un licenziamento che rappresenta una vera e propria morte sociale.”

Il Comitato chiede un intervento urgente per fermare questa “mattanza”, garantendo pari diritti a tutti i docenti con titolo estero e il riconoscimento del loro percorso professionale. I lavoratori, in difficoltà economica e personale, si dicono pronti a manifestare e, se necessario, a intraprendere atti di protesta, pur di ottenere giustizia.

L’appello al Ministro Valditara è chiaro: fermare le discriminazioni e ristabilire i principi di uguaglianza e dignità lavorativa per tutti.

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