HomeConcorsi e TFAInsegnanti abilitati all'estero: il riconoscimento suona come beffa per i precari storici

Insegnanti abilitati all’estero: il riconoscimento suona come beffa per i precari storici

L'abilitazione all'estero rischia di beffare i precari storici

Riconoscere l’abilitazione all’estero per i precari storici sa di beffa, eppure il governo con il recente decreto ha aperto la possibilità per gli insegnanti italiani abilitati all’estero di accedere alle assunzioni nella scuola e alle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps). La misura riguarda circa 11.000 aspiranti docenti, in particolare quelli con titoli ottenuti in Romania e Spagna.

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L’85% dei titoli esteri è relativo all’insegnamento di sostegno

Grazie al decreto, i docenti abilitati all’estero potranno aspirare a un posto nella scuola italiana, sia come insegnanti comuni che come insegnanti di sostegno, oltre a essere inseriti nelle graduatorie Gps, ma scavalcheranno i precari storici.

Passerebbe il principio che chi si può permettere di acquisire (pagando) l’abilitazione all’Estero o il titolo di specializzazione, scalvalca chi invece da anni attende un posto nei vai tfa sostegno a selezione particolarmente rigida.

Per l’anno scolastico 2023-2024, per volontà del governo, i docenti abilitati all’estero invece entreranno nelle graduatorie provinciali, con riserva, formando una coda alla prima fascia e potendo ottenere al massimo una supplenza annuale nelle scuole. Al termine dell’anno, ottengono il riconoscimento per accedere alla procedura di assunzione per i docenti di sostegno.

Immissioni in ruolo docenti di sostegno e prima fascia per gli abilitati all’estero

Il Ministero dell’Istruzione prevede il reclutamento di 19.000 insegnanti di sostegno per l’anno scolastico 2023-2024 e un concorso da 30-35.000 posti per i docenti precari. Le selezioni avverranno dalle Graduatorie provinciali per le supplenze, scorrendo la prima fascia.
Durante l’anno di contratto a termine, i docenti completeranno il percorso di formazione, prima della prova finale, che prevede una prova orale con simulazione di una lezione in classe. Una commissione composta da membri esterni giudicherà l’ammissione al ruolo dell’aspirante docente.

Il riconoscimento del titolo conseguito all’estero consentirà l’inclusione dei docenti nelle graduatorie per le supplenze e nelle assunzioni nella scuola. Il ministero potrebbe anche cambiare l’organo che riconosce la validità del titolo estero, ma al momento non ci sono conferme ufficiali.

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Gli aspiranti docenti attendono l’uscita del bando di concorso previsto tra maggio e giugno, rivolto agli insegnanti con almeno tre anni di supplenza o in possesso di 24 Crediti formativi universitari (Cfu). Il concorso ordinario nella scuola è previsto invece per il 2024, con l’introduzione di un nuovo sistema di Cfu da registrare nel numero di 60 durante gli anni di corso all’università.

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