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Inizio scuola in Campania: la parola a Roberta Vannini segretaria regionale della Uil Scuola

Libero Tassella intervista per Informazione Scuola Roberta Vannini, segretaria regionale della Uil Scuola

La scuola in Campania in questo inizio d’anno scolastico. Dopo la Flc Cgil è il turno della Uil Scuola con la segretaria regionale Roberta Vannini. Nell’intervista parliamo dei problemi della scuola in Campania ma anche di precari, reclutamento, della recente manifestazione a Roma degli insegnanti di sostegno e di altro ancora.

Prof.ssa Vannini, tra qualche giorno inizieranno le lezioni nelle scuole della Campania. Quali sono le problematiche ancora irrisolte che denuncia la Uil Scuola?

Le solite problematiche di ogni anno scolastico: organici insufficienti, un terzo del personale docente e ATA precario, solito balletto delle supplenze.
Quest’anno il Ministro aveva un’opportunità per coprire tutti i posti disponibili, c’erano le graduatorie necessarie e concorsi svolti, si è deciso di accantonare i posti liberi per eventuali prossimi concorsi che chissà quando e se verranno banditi. A livello nazionale ci saranno 250.000 supplenti, 106.000 solo sul sostegno.
Non va meglio per il personale ATA che è sempre stato fortemente penalizzato e ancor di più dall’ultimo contratto.
Quindi tutto come gli anni precedenti se non peggio!

Il 4 settembre alcuni sindacati, tra cui la Uil Scuola, insieme a una folta rappresentanza di insegnanti di sostegno, hanno manifestato a Roma sotto la sede del MIM. Cosa chiede la Uil Scuola per gli insegnanti di sostegno per ottimizzare al meglio l’offerta formativa ai diversamente abili.

La Uil da tempo rivendica la necessità che su un settore così delicato, come quello del sostegno all’handicap, ci siano insegnanti di ruolo specializzati. La continuità didattica, che di per sé è un valore, lo è ancora di più per i ragazzi che partono già con uno svantaggio. Siamo contrari a un sistema sottoposto a vincoli e consensi come quello dei docenti di sostegno scelti col placet delle famiglie. Occorre assumere in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, anche da GPS. È necessaria la riapertura delle graduatorie per consentire ai docenti di inserire il titolo abilitante eventualmente conseguito. Il nostro modello di inclusione degli alunni con disabilità è a rischio nonostante rappresenti un modello per tutti i paesi europei. La nostra organizzazione ritiene necessario istituire una graduatoria, con la possibilità di indicare preferenze su base nazionale. Bisognerebbe riaprire le graduatorie provinciali nel 2025 per consentire sia ai docenti specializzati che a quelli con esperienza pregressa su posto comune, di inserire il titolo abilitante eventualmente conseguito.
Ciò rimedierebbe alle innumerevoli criticità riscontrate nel 2024, dagli errori dovuti a titoli mal dichiarati ai ricalcoli dei punteggi – CLIL su tutti.

Il precariato con 250.000 contratti a tempo determinato caratterizza la scuola in Italia, un unicum nel panorama scolastico europeo.
Cosa propone la Uil Scuola per risolvere questa anomalia tutta italiana che compromette l’offerta formativa soprattutto in alcune aree del nostro Paese?

La soluzione non è complicata. Abbiamo migliaia di docenti e ATA precari che fanno funzionare le scuole del nostro Paese da anni. Non hanno più nulla da dimostrare; il loro merito lo hanno acquisito sul campo.
Le modalità di reclutamento negli ultimi tempi hanno mostrato la loro inadeguatezza. Ci sono docenti che hanno superato anche più concorsi e oggi non si vedono ancora stabilizzati. Noi non facciamo distinzione: occorre immettere in ruolo tutti i docenti che hanno superato una prova concorsuale ordinaria o straordinaria e occorre assicurare il turnover per il personale ATA. Valorizziamo le risorse professionali e permettiamo alle scuole di funzionare con organici adeguati alle reali esigenze. Basta organici fatti con la calcolatrice.

Possiamo fare un breve resoconto numerico del reclutamento in Campania? Molti precari si domandano quando sarà pubblicato il primo bollettino delle supplenze annuali, ci può dare delle informazioni al riguardo?

Dalle notizie che abbiamo, il primo bollettino potrebbe partire su Napoli martedì 10 settembre. Ci auguriamo che l’algoritmo quest’anno non faccia i “soliti scherzi” e che ogni precario si veda assegnare il posto che gli spetta sulla base del proprio punteggio.

La Uil Scuola non ha firmato il CCNL 19/21 per una serie di motivazioni spiegate ai lavoratori nelle assemblee, quali sono le ripercussioni nelle relazioni sindacali a livello territoriale?

La Uil ha un modo di fare sindacato: mai firmare un contratto collettivo se peggiorativo rispetto al precedente. Meglio mantenere quello vecchio.
Le ripercussioni a livello territoriale non sono omogenee ma a macchia di leopardo.
Dipende dalla sensibilità delle controparti. Siamo un sindacato rappresentativo, diamo voce a quasi 120.000 iscritti di cui oltre 18.000 nella sola Campania. Abbiamo tantissimi RSU che si riconoscono nella nostra organizzazione e tanti segretari territoriali e dirigenti sindacali che assicurano continuo ascolto e assistenza ai nostri iscritti.
La cosa che ci interessa di più è il rapporto con tutto il personale scolastico che ha capito la nostra posizione sul contratto e ci ha premiato nel passaggio elettorale per il rinnovo del CSPI e ci premia ogni giorno con nuove adesioni.

Autonomia Differenziata, ormai è legge anche se al momento non ancora applicabile in attesa della definizione dei Lep. Quali sarebbero le ripercussioni sulla scuola Campana se venisse realizzata la legge Calderoli?

Le ripercussioni sulla scuola Campana, così come su tutte le scuole del centro sud, sarebbero molto negative. Ma a rimetterci sarebbero tutte le scuole del Paese perché non potremo più parlare di scuola italiana ma di scuola regionale.
Il termine anodino di “autonomia differenziata” cerca di nascondere ed imbellettare la verità: ci troviamo di fronte alla regionalizzazione del sistema scolastico italiano, con tutto ciò che ne consegue.
La regionalizzazione si configura come un attacco al diritto all’istruzione, che deve essere uguale su tutto il territorio nazionale. Con la legge avremo 20 scuole una diversa dall’altra.
L’ultimo rapporto SVIMEZ dimostra che esiste già un solco tra scuole del nord e scuole del sud. Con questa scellerata operazione la forbice si allargherà ulteriormente.
La Politica, più che introdurre ulteriori elementi di divisione, dovrebbe porsi il problema di come colmare le attuali diseguaglianze.
Oggi, un bambino che vive nel mezzogiorno frequenta la scuola primaria per una media annua di 200 ore in meno rispetto ad un coetaneo del nord.
Questi sono i problemi.
Noi come Uil e Uil scuola stiamo facendo molto a livello informativo, affinché gli italiani possano esprimersi e dire un forte NO alla legge Calderoli.
In pochi giorni sono state raccolte le 500.000 firme necessarie per il referendum e continueremo a raccoglierle fino alla fine. È importante parlare con le persone e spiegare le ricadute della legge.
Faremo quanto è nelle nostre possibilità. Alla fine della partita dovremo avere la coscienza a posto per avere fatto quanto possibile.

Prof.ssa Vannini, qual è il suo messaggio ai Lavoratori della Scuola della Campania in occasione del nuovo anno scolastico?

I lavoratori campani, così come tutti i lavoratori della scuola italiana, non hanno bisogno di messaggi perché il nostro non è un lavoro come tutti gli altri ma una professione che non fai se non ci credi!
Quando l’insegnante chiude la porta dell’aula diventa un tutt’uno con la classe e dà sempre il meglio di sé, perché questa professione non si sceglie se non si è innamorati dell’insegnamento e del rapporto con i ragazzi.
Occorre recuperare la dignità di chi ogni giorno accoglie e contribuisce alla crescita di intere generazioni. Non faccio distinzione tra docenti e ATA perché ognuno, a suo modo, contribuisce a creare la comunità educante guidata dai dirigenti scolastici.
Purtroppo da un po’ di anni il fattore destabilizzante sono le famiglie che, invece di supportare la scuola, sono diventate una controparte.
La scuola rappresenta la spina dorsale del Paese, quello attuale e di quello che verrà. I lavoratori della scuola maneggiano ogni giorno il magma di quello che sarà l’architrave dell’Italia che verrà, i ragazzi.

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